mercoledì, Luglio 8, 2020

Arrestato radicalizzatore italiano del Daesh….

Il 38enne, spiegano gli inquirenti, “ha aderito pienamente all’ideologia estremista di matrice salafita, impegnandosi nel diffondere il credo dell’autoproclamato Stato Islamico”. Il covid “è una cosa di Allah, è positivo”

di S. Barricelli, M. T. Santaguida     OPERAZIONE ANTI TERRORISMO      RADICALIZZATORE       DAESH

da aggiornato alle 10:030  8 luglio 2020

© EVREN ATALAY / ANADOLU AGENCY –

AGI – I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Milano hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della locale procura, nei confronti di Nicola Ferrara, 38enne italiano, originario di Canosa di Puglia, indagato per “istigazione a delinquere aggravata dall’uso del mezzo telematico”. 

Le indagini hanno consentito di documentare come l’indagato, aderendo pienamente all’ideologia estremista di matrice salafita, si sia assiduamente impegnato nel diffondere il credo dell’autoproclamato Stato Islamico, esaltandone le gesta in chiave apologetica e istigando i propri interlocutori a unirsi al jihad globale contro i miscredenti. Per farlo, spiegano gli investigatori impegnati nell’operazione “Al Bidaya”, l’uomo “si è avvalso della rete internet, strumento più efficace per colpire le fasce di popolazione mondiale maggiormente influenzabili, utilizzando i social media (tra gli altri, Facebook e la piattaforma ‘Sound Cloud’) per condividere immagini e documenti audio/video di esaltazione delle azioni violente del Daesh.

I fatti contestati, iniziati nel novembre 2015 e tuttora in atto, sono aggravati dalle finalità di terrorismo internazionale e dall’utilizzo dello strumento informatico e telematico.

La pericolosità del 30enne radicalizzatore italiano del Daesh arrestato a Milano, secondo gli investigatori del Ros, “è avvalorata dal circuito relazionale – sia nazionale, sia internazionale – particolarmente qualificato, composto da una rete di persone dedite alla sistematica propaganda a favore dello Stato Islamico e dell’esaltazione del Jihad mediante la condivisione di post e commenti sui social”.

Dai tabulati telefonici è emerso che in piena pandemia, Ferrara avrebbe detto a un suo conoscente, O.Y. che l’emergenza dovuta al diffondersi del Covid19 “è una cosa di Allah, una cosa positiva” in quanto “la gente sta impazzendo” e per i non musulmani “tutto l’haram (parola che in arabo significa ‘ciò che è vietato’) adesso è difficile farlo” cioè sono stati “tolti loro i vizi quali fumare, bere e andare in giro, che caratterizzano il loro stile di vita”.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, Ferrara si era trasferito a Milano nel 2011 e nel 2015 era già ad un buon livello di “radicalizzazione estrema”, come confermato da intercettazioni e pedinamenti condotti dai Ros milanesi.

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