venerdì, Novembre 13, 2020

Campania e Toscana in zona rossa, Marche, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia in arancione…..

Secondo quanto emerso dalla Cabina di regia, attualmente in corso, dal 15 novembre cinque regioni cambiano fascia di rischio: due entrano in zona rossa (Campania e Toscana), tre in zona arancione (Marche, Emilia e Friuli). Il Veneto resta in zona gialla

da di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini


Campania e Toscana entrano in zona rossa, mentre Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche passano in zona arancione.

A portare in questa direzione sono i dati forniti dalle Regioni, compatibili con l’attribuzione di queste regioni a diverse fasce di rischio.

Anche Lazio e Sardegna avrebbero visto peggiorare la loro situazione epidemiologica, anche se rimangono in zona gialla.

La decisione è ora definitiva, dopo la firma di un’ordinanza da parte del ministero della Salute.

I dati del monitoraggio

Secondo l’Istituto superiore di Sanità, tra il 22 e il 4 novembre lRt nazionale calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1.43. Scrivono gli esperti nel monitoraggio: «L’epidemia in Italia seppur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente che potrebbe essere un segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 14 ottobre 2020.

Tale andamento andrà confermato nelle prossime settimane e non deve portare ad un rilassamento delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti.

Nella maggior parte del territorio nazionale la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 3 con diminuzione nel numero di Regioni in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4.     

Si conferma, nonostante questo, una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio nazionale con criticità ormai evidenti in numerose regioni italiane».

 Nel Lazio chiusi grandi magazzini e mercati nel weekend

Intanto, dopo le tre firmate ieri da Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, continuano le Ordinanze Regionali, che si sommano a quelle del Governo. Un’Ordinanza della Regione Lazio chiude «tutte le grandi strutture di vendita nei giorni festivi e indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, le farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole».

Inoltre «nei giorni festivi, su aree pubbliche o private, sono chiuse le attività di commercio al dettaglio nell’ambito dei mercati con la sola eccezione delle attività dirette alla vendita di generi alimentari; sono altresì chiusi i mercatini degli hobbisti e i mercatini per la vendita o esposizione di proprie opere d’arte ed opere dell’ingegno a carattere creativo e similari».

Insomma: grandi magazzini e mercati saranno chiusi, nel Lazio, nel fine settimana.

Qui le altre ordinanze locali. Mappa

L’attività all’aperto soltanto in periferia

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia «non è permesso passeggiare nelle strade e nelle piazze dei centri storici, delle città e nelle aree affollate». L’attività sportiva (corsa, bicicletta, ginnastica) deve essere effettuata preferibilmente nelle aree verdi e periferiche. A Roma si è deciso di contingentare il numero di persone che possono passeggiare nelle strade dello shopping mettendo dei «separatori» e si sta valutando il divieto di stazionamento all’aperto alle 18. Stesso divieto a Palermo, a Verona senso unico per i pedoni, a Bari chiusi giardini e skate park.

Fiere e proteste: dai limiti agli stop

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia sono «vietati i mercati all’aperto se non nei Comuni in cui i sindaci abbiano approntato un piano che preveda la perimetrazione dell’area all’aperto, un unico varco di accesso e uno di uscita, ci sia una sorveglianza che verifichi le distanze, l’assembramento e il controllo dell’accesso». Una misura per evitare gli assembramenti che sarà adottata anche altrove. A Roma si sta valutando la chiusura di Porta Portese e di altri mercati non alimentari. A Bologna vietati eventi e manifestazioni di protesta, ma anche le esibizioni degli artisti di strada nel centro storico.

Canto e ginnastica, lezioni sospese

A Palermo il Sindaco ha deciso di «chiudere tutte le scuole dell’obbligo a partire da lunedì 16 novembre». in Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia «sono state sospese nelle scuole primarie e secondarie del secondo ciclo le lezioni di educazione fisica, canto e strumenti a fiato». Il Governatore della Basilicata sta valutando di allargare la didattica a distanza (ora obbligatoria solo per le scuole superiori) anche alle medie ed elementari. Nel Lazio il Tar ha confermato l’Ordinanza del sindaco di Tarquinia che aveva chiuso tutte le scuole dell’obbligo.

Il tetto nei market: entra solo uno per famiglia

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia il sabato sono Chiusi Centri Commerciali e Outlet tranne alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole che si trovino all’interno. La domenica e i festivi «è vietato ogni tipo di vendita, anche dei piccoli negozi e dei negozi di vicinato, ad eccezione delle quattro categorie». Nei negozi può entrare «una persona per nucleo familiare, salvo per accompagnare soggetti con difficoltà o minori di 14 anni». Nei Centri Commerciali e nei Supermercati «va favorito l’accesso degli anziani oltre i 65 anni nelle prime due ore di apertura».

Consumare al bar? Dalle 15 solo seduti

In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia «i bar e i ristoranti restano aperti fino alle 18, ma dalle 15 si può consumare solo seduti, dentro o fuori dai locali». Una misura che nel resto d’Italia in zona gialla scatta alle 18, mentre nelle zone rosse i bar e i ristoranti rimangono chiusi tutto il giorno e possono svolgere soltanto servizio da asporto fino alle 22 oppure a domicilio. In vigore anche le limitazioni all’interno e all’esterno dei locali: massimo quattro a tavola, a meno che non si sia congiunto, e obbligo di mascherina quando ci si alza.

Gite del week end: stretta nei controlli

Dopo gli assembramenti dello scorso fine settimana per la gita fuori porta, in tutta Italia sono stati predisposti controlli delle Forze dell’Ordine sui litorali e nelle località di campagna e montagna.

Obiettivo: evitare che le persone stazionino nei luoghi, al chiuso, ma anche all’aperto. In alcune Regioni, dove non è in vigore il divieto di uscita dal Comune perché si trovano in fascia gialla o arancione, alcuni Sindaci stanno valutando la possibilità di limitare la circolazione o comunque di adottare le stesse misure adesso previste già per i Centri Storici quindi con divieto di accesso.

13 novembre 2020 (modifica il 13 novembre 2020 | 17:27)

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