sabato, Luglio 25, 2020

Caso camici: Fontana accusato di frode in pubbliche forniture

E’ “frode nelle pubbliche forniture” l’accusa mossa al presidente della Regione Lombardia

da di Sabato, 25 luglio 2020 – 09:34:00

E‘frode nelle pubbliche forniture’ l’accusa mossa la presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nella vicenda dell‘acquisto di 75mila camici da parte della Regione Lombardia dalla ditta del cognato, Dama Spa. Secondo l’ipotesi degli inquirenti – i pm Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini, coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli – infatti, il governatore avrebbe saputo dell’operazione che la centrali di acquisti regionale Aria stava compiendo nell’acquisto dei camici in periodo di emergenza, nonostante il conflitto di interesse derivante dal fatto che la Dama Spa e’ di proprieta’ del cognato, Andrea Dini, e che la moglie di Fontana, Roberta Dini, ne avesse ancora una quota del 10%. Sia Dini, che Filippo Bongiovanni, ex dg di Aria (che poi ha chiesto di essere sollevato dal ruolo) sono indagati per turbata liberta’ nella scelta del contraente e in concorso con Fontana anche per frode.

Caso Camici: Fontana, certo operato Regione 

“Ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa”. Lo ha scritto nella tarda serata di ieri su Facebook il governatore Attilio Fontana, dopo la notizia dell’indagine a suo carico nella vicenda della fornitura di camici alla Regione da parte della societa’ Dama, gestita da suo cognato Andrea Dini e di cui sua moglie detiene il 10% delle quote. “Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilita’”, ha aggiunto Fontana. 

Caso camici: Salvini difende Fontana, malagiustizia a senso unico

“Attilio Fontana “indagato” perche’ un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e “alla Palamara”, non se ne puo’ piu'”. Lo scrive il leader della Lega, Matteo Salvini.

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