giovedì, Febbraio 4, 2021

Cassazione, contro gli arretrati la carica dei 100………

Arriva la carica dei cento in Cassazione: sono le toghe onorarie da reclutare coi soldi del recovery plan per sgravare gli “ermellini” dal contenzioso monstre cittadini-fisco.

da del 04/02/2021

di Dario Ferrara

Arriva la carica dei cento in Cassazione: sono le toghe onorarie da reclutare coi soldi del recovery plan per sgravare gli «ermellini» dal contenzioso monstre cittadini-fisco. Le cause pendenti alla Suprema Corte, intanto, aumentano del 5,6% nel corso del 2020. E all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 il Primo Presidente Pietro Curzio chiede a Parlamento e Governo di Riformare la Giustizia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dando «idonee garanzie di conseguire gli obiettivi fissati» e «ottenere dall’Unione europea i relativi finanziamenti».

Viene dunque da Bruxelles la soluzione a uno dei problemi più annosi in piazza Cavour, come annunciato dall’ex guardasigilli Alfonso Bonafede: «Una parte delle risorse» del Recovery, pari complessivamente a 2,3 miliardi di euro per assunzioni a tempo determinato finalizzate alla riduzione dell’arretrato, «supporterà l’innovazione organizzativa della Corte, alla quale saranno destinati anche cento magistrati ausiliari per coadiuvare la sezione tributaria».

Svolta italiana

Il Covid, intanto, mette a nudo i problemi della giustizia italiana. «La pandemia», scrive Curzio, «ha ulteriormente mostrato l’inadeguatezza del sistema, la gracilità e la vetustà di molti suoi gangli, e pone in modo deciso la necessità di un cambiamento profondo e incisivo prima di tutto culturale». Dunque? «Ci auguriamo che il 2021 sia l’anno della “svolta italiana” all’interno della svolta europea, che il piano prospetta, e che il progetto si trasformi in un processo operativo articolato ed efficace». E in effetti nel Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ci sono «impegni precisi» per investimenti «digitalizzazione, semplificazione, nuove risorse umane e strumentali, ufficio del processo».

Meglio il merito

Il numero dei procedimenti civili complessivamente pendenti in tutti gli uffici giudiziari al 30 giugno 2020 è di oltre 3,3 milioni, con un incremento dello 0,3%. Ma attenzione, nelle giurisdizioni di merito le pendenze si riducono dello 0,9%; segno negativo, dunque, per i tribunali, i tribunali per i minorenni e le corti d’appello. E in secondo grado la diminuzione arriva addirittura al 7,2%. Significativi incrementi, invece, per il giudice di pace. Stabile il numero dei procedimenti penali nei confronti di autori noti pendenti al 30 giugno 2020. Mentre l’aumento dei giudizi per maltrattamenti in famiglia si spiega anche con la corsia preferenziale introdotta da Codice rosso per tutelare le vittime della violenza domestica e di genere: le Corti d’appello «hanno definito molti procedimenti» che prima «non erano considerati prioritari». Nel civile, invece, si segnala «il deciso aumento», gli affari di volontaria giurisdizione, in particolare le amministrazioni di sostegno; che in passato era «verosimilmente riconducibile al progressivo invecchiamento della popolazione, ma, attualmente, anche al preoccupante diffondersi di fragilità e patologie di natura psicologica».

Nodo-appello

Alla Suprema Corte le cause fiscali e i ricorsi dei migranti per la protezione internazionale costituiscono il 55% delle pendenze nel civile. Servono «processi d’appello più efficienti» per il loro «rilevante peso economico e di particolare delicatezza per cittadini, imprese ed erario», chiede Curzio. Nonostante i rallentamenti del lockdown, riprende il recupero nello smaltimento delle cause: ne risultano concluse circa 30 mila nel civile e oltre 50 mila nel penale, dove comunque i tempi di attesa sono contenuti entro l’anno. Il tutto nonostante in piazza Cavour siano «presenti 274 consiglieri su 356 e 46 presidenti di sezione su 59». Nel secondo semestre 2020, poi, la tendenza si inverte anche grazie alle nuove misure organizzative: a fine anno la crescita della pendenza si riduce al 2,5 per cento.

Ufficio del processo

Ora tutti gli sguardi sono puntati sul recovery. Dei circa 3 miliardi di euro attribuiti dalla attuale bozza di Pnrr trasmessa al Parlamento al settore della giustizia 2,3 miliardi sono destinati in larga parte al rafforzamento e alla riqualificazione dell’ufficio per il processo. Che adesso potrà ora essere alimentato da 16 mila addetti con contratto a tempo determinato e da 2 mila magistrati onorari aggregati. L’obiettivo è assorbire, nell’orizzonte previsto (il 2026, ndr), l’arretrato che rappresenta il principale fattore di rallentamento dei processi e l’ostacolo pratico all’attuazione del diritto alla ragionevole durata. Altri 4.200 operatori amministrativi a tempo determinato saranno chiamati a rafforzare il sistema. Da Bruxelles arrivano pure 470 milioni per l’edilizia giudiziaria. E l’emergenza carceri? Nel 2020 c’è stata una significativa diminuzione della popolazione detenuta, che risulta oggi essere pari a 52.369 reclusi.

Pulsioni allarmanti

«L’Italia è uno dei Paesi al mondo con il minor tasso di omicidi, ma i femminicidi sono diventati più numerosi», conclude il Procuratore Generale della Cassazione Giovanni Salvi. Preoccupa la violenza di genere. «Allarmanti», infine, le «pulsioni razziste e antisemite».

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