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martedì, Marzo 29, 2022

Il caso Generali in Commissione banche, Fassina: “Inopportuno, ma legittimo. Non sarà un’audizione a cambiare le sorti della guerra”.

Il caso Generali in Commissione banche, Fassina: “Inopportuno, ma legittimo. Non sarà un’audizione a cambiare le sorti della guerra”

L’ex viceministro dell’Economia a ilfattoquotidiano.it: “Marattin avrebbe dovuto evitare le dimissioni: la sua presenza e il suo intervento sarebbero stati opportuni se ritiene che ci siano attività improprie. In questa vicenda gli interessanti tendono a dare un rilievo a questioni che alla fine non spostano equilibri”

 | 29 MARZO 2022
Inopportuna, ma legittimata da una norma improria. L’onorevole Stefano Fassina, economista ed ex viceministro dell’Economia, definisce così la convocazione dell’amministratore delegato delle Generali, Philippe Donnet, da parte della presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario di cui fa parte lo stesso esponente di LeU. Anche se avviene nel pieno della battaglia tra gli azionisti della compagnia di Trieste per il controllo delle Generali: da una parte il primo socio Mediobanca che sostiene Donnet e dall’altra il costruttore-editore Francesco Gaetano Caltagirone, che ha appena presentato una rosa di candidati alternativi per la guida del Leone. La notizia della convocazione in Commissione, anticipata da Milano Finanza nel weekend e rilanciata lunedì dal Messaggero di Caltagirone, è stata seguita da un vero e proprio ruggito in Borsa del titolo Generali (+3,71%) oltre che dalle dimissioni polemiche dalla Commissione del deputato di Italia viva Luigi Marattin, che è anche presidente della Commissione Finanze e per il quale la convocazione di Donnet “ha superato ogni limite” con un intervento di una commissione “che entra pesantemente in una partita di governance societaria dalla quale la politica dovrebbe a mio avviso stare fuori”.
Capisco i rilievi del collega Marattin, però a differenza dell’analoga Commissione della scorsa legislatura, quella attuale ha una legge istitutiva che è impropria. Il problema non è la convocazione, che ritengo comunque inopportuna, ma l’ambito di intervento che è stato definito per la Commissione. Mentre la precedente aveva per oggetto i soli istituti che ricevono risorse pubbliche, quella attuale ha un mandato illimitato con un riferimento al risparmio in termini molto generici, includendo le prestazioni assicurative e previdenziali. E così da un lato si sovrappone alle competenze di Commissioni permanenti, dall’altro si sovrappone con poteri d’inchiesta anche alle competenze delle Autorità di regolazione. Ma l’audizione prevista per il 5 aprile è analoga a tante altre che sono state fatte in questi anni.
La Commissione teme forse che le tenuta delle Assicurazioni Generali e con lei le prestazioni assicurative e previdenziali di sua pertinenza?
Assolutamente no. La legge non prevede che ci sia una situazione di criticità, ma semplicemente indica la possibilità di verificare le condizioni del risparmio. È un’attività come altre, a larghissimo raggio. Abbiamo audito anche Unicredit e soggetti di tutti i tipi.
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