mercoledì, Ottobre 21, 2020

IL PROCESSO – Spese Pd in Regione, il pm: «Condannate Montino per truffa»

Chiesti 2 anni e 4 mesi per l’allora capogruppo, ora sindaco di Fiumicino. Per gli stessi reati il pm Pioletti 

da  ROMA / CRONACA

di Giulio Desantis

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel processo sulle spese pazze dei consiglieri Pd in Regione durante la IX legislatura, guidata dalla giunta targata Renata Polverini (centrodestra), la Procura ha chiesto due anni e quattro mesi per l’ex presidente del gruppo consiliare dem Esterino Montino, oggi sindaco di Fiumicino. Le accuse contestate all’ex senatore sono truffa e peculato. Per gli stessi reati il pm Alberto Pioletti ha chiesto di condannare a tre anni Mario Perilli, all’epoca tesoriere del gruppo, accusato anche di corruzione per l’assunzione della figlia al giornale online Nuovo Paese Sera.

Tra gli imputati c’è anche la segretaria di Perilli, Maria Assunta Turco, che rischia due anni e quattro mesi per peculato e truffa. Infine tre anni di reclusione con le accuse di corruzione e peculato sono stati chiesti per Massimo Vincenti, amministratore della società «Nuovo Paese Sera». Riguardo al capitolo dei portaborse, privi secondo l’accusa delle qualità richieste dalla legge per l’assunzione, il pm ha chiesto l’assoluzione per intervenuta prescrizione dal reato di abuso d’ufficio dei consiglieri regionali Tonino D’Annibale, Umberto Carlo Ponzo, Enzo Foschi, Carlo Lucherini, Marco Di Stefano, Bruno Astorre, Claudio Mancini, Claudio Moscardelli, Giuseppe Parroncini, Francesco Scalia e Daniela Valentini.

Per la stipula di questi contratti la Regione aveva speso un milione e 500 mila euro. Passando alla ricostruzione delle accuse contestate al sindaco di Fiumicino, secondo la Procura Montino, in quanto presidente del gruppo, e Perilli, come tesoriere, sarebbero entrati in possesso di 64.050 euro erogati come contributi regionali al gruppo per acquistare dal quotidiano online Nuovo Paese Sera servizi redazionali. La cifra però non avrebbe potuto essere utilizzata con questa finalità, come stabilito dalla legge regionale. Per giustificare l’utilizzo illecito, l’allora presidente e il tesoriere hanno allegato alle relazioni trasmesse al Comitato regionale istituito per il controllo contabile dei fondi fatture ritenute false. In particolare, Montino e Perilli – secondo l’accusa – hanno accluso alla documentazione undici fatture emesse dalla società editrice Nuovo Paese Sera per attività mai svolte. Circostanza di cui i due imputati sarebbero stati a conoscenza.

Per esempio una fattura datata 18 gennaio 2011, pagata con un bonifico di 4.800 euro, avrebbe riguardato la diffusione di materiale informativo su attività del gruppo inerenti temi di politica sanitaria. Solo che di questo lavoro, secondo la Procura, non è stata riscontrata alcuna traccia. Attraverso quest’operazione la Regione Lazio ha erogato al gruppo dem tra il 2011 e il 2012 quattro milioni di euro, il cui stanziamento avrebbe dovuto invece essere sospeso proprio per via delle fatture attestanti attività mai svolte. Perilli e Vincenti rischiano anche la condanna per l’assunzione della figlia del segretario del gruppo al Nuovo Paese Sera. L’assunzione avrebbe avuto come prezzo 64mila euro della Regione girati alla società per lavori mai svolti. Per questa vicenda Montino è stato rinviato a giudizio. Il pm, al termine dell’istruttoria, ne ha chiesto l’assoluzione

21 ottobre 2020 | 08:59

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