martedì, Aprile 28, 2020

LA PROFEZIA-Limoni, «petrolio» dell’epoca del coronavirus: Umberto Eco aveva previsto tutto

Il potere disinfettante fa schizzare il prezzo degli agrumi. Come succedeva nel «Secondo diario minimo», quando l’acido citrico diventava combustibile.

da

di Francesco Prisco

«Space fruits: lemons» (1978), opera di Andy Warhol.

Il prezzo dei limoni è raddoppiato con l’emergenza coronavirus

«Quando, dopo la caduta dei grandi imperi atomici (le antiche Russia e America), i popoli del bacino mediterraneo, grazie alla scoperta delle qualità energetiche dell’acido citrico, divennero prima padroni della Terra e quindi dell’intero Universo, solcando con le loro astronavi propulse da quella forza che già il poeta aveva cantato come “le trombe d’oro della solarità”, parve a tutti di buon auspicio che il dominio dell’universo fosse dato a popoli che già avevano subito severe discriminazioni razziali nell’ambito del loro stesso pianeta».

L’universo ai meridionali

Hai visto mai? L’universo in mano ai meridionali d’Italia, per merito dei limoni e della loro inimmaginabile potenza energetica. Un sogno apparentemente bislacco, se non fosse per il fatto che a sognarlo è stato uno tra i maggiori intellettuali del Novecento: Umberto Eco. E per il fatto che il mondo «rovesciato» dal coronavirusche Eco per appena quattro anni non ha fatto in tempo a vedereci sta regalando anche la corsa all’oro dei limoni, disinfettante naturale il cui prezzo è addirittura raddoppiato, fa sapere Coldiretti. Limoni veri che costano quasi come quelli dipinti da Andy Warhol. Merito di una domanda crescente che l’Italia, secondo produttore europeo, non sarebbe più in grado di soddisfare.

«Stelle & stellette» di Eco

Chissà che avrebbe detto Eco che, appunto, un «mondo in mano a chi ha in mano i limoni» se lo era immaginato. Correva l’anno 1976 e il Grande Alessandrino per Quadragono Libri tirò fuori il racconto fantascientifico Stelle & stellette: la Via Lattea mormorò che più tardi confluirà nel Secondo diario minimo (1992). Un’opera costruita come una futuribile corrispondenza tra pubblici ufficiali stellari, da un lato i fantomatici colonnello Zbzz Tsg, generale Boosammeth e Avram Boond-ss’bb del «Comitato intergalattico difesa minoranze etniche», dall’altro tale generale «Percuoco dal Casino». Umano, troppo umano. Forse sorrentino, siracusano o, chissà, di Rocca Impreriale, comunque terra di limone Igp.

Se il limone diventa petrolio

Quello di Eco è un divertissement satirico contro la cultura della guerra, le gerarchie (quelle «stellette» che non indietreggiano nemmeno davanti alle stelle) e la violenza ridotta a gioco, una distopia fantascientifica abbastanza convenzionale se non fosse per la classica genialata alla Eco: l’ordine delle cose carnevalescamente ribaltato, gli ultimi della terra che diventano primi, i «terroni» discriminati seduti in cima all’universo, tutto grazie al potere dell’acido citrico. Se non ci ha preso del tutto, ci è andato parecchio vicino. No, il limone non sarà il petrolio che immaginava l’autore di Apocalittici e integrati, ma è forse un’Amuchina con un odore migliore e qualche applicazione in più. Tipo condire l’insalata di mare. I popoli del «paese dove fioriscono i limoni» non avranno certo il dominio dell’universo ma, per la prima volta nella storia, provano l’ebbrezza di stare dall’altra parte della barricata. E le «severe discriminazioni razziali» di una volta suonano come il ricordo sbiadito di un’epoca lontana, spazzata via dal coronavirus.

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