Negli Stati Uniti l’aumento dell’indice dei prezzi al 9,1% ha battuto le attese. Adesso i mercati si aspettano una Fed più aggressiva. Recupera leggermente l’Euro. Il gas sale otre 180 euro | Borsa: i titoli migliori e peggiori della giornata | Inflazione Usa ai massimi dal 1981. Ecco adesso cosa succede| CASO DI BORSA: Cellularline (+2,8%)
da del 13/07/2022 17:22
Chiudono con il segno meglio le borse del Vecchio continente (-0,93% Milano, -1,16% Francoforte, -0,7% Londra e -0,7% Parigi) dopo il dato sull’inflazione più alta del previsto negli Stati Uniti (+9,1% a giugno), che apre la strada alla Fed per una politica aggressiva di aumenti dei tassi di interesse, nonostante i rischi di recessione. A causa di queste prospettive prosegue in rosso anche Wall Street, dove il Dow Jones e l’S&P perdono rispettivamente lo 0,73% e lo 0,53%, mentre il Nasdaq scivola dello 0,3%.
Dopo aver virato al rialzo subito dopo l’annuncio del balzo record dei prezzi statunitensi, il rendimento del Treasury è ora tornato in calo al 2,94%. Sullo stesso trend anche i bond della zona euro, dove il rendimento del Btp decennale è al 3,13% e il pari scadenza tedesco all‘1,14%. Spread sotto quota 200 punti.
L’euro prova a risalire sul dollaro
La moneta unica è scambiata a 1,0086 dollari (+0,51%) cercando però margini di ripresa sul biglietto verde. Il dato sull’inflazione elevata negli Stati Uniti “non è necessariamente positivo per il dollaro”, secondo Commerzbank, perché “porterebbe a un ritmo ancora più rapido di aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e alla recessione il prossimo anno“.
Il prezzo del gas sale sopra i 180 euro
I prezzi del greggio cercano di stabilizzarsi: il Brent vale ora 99 dollari al barile (+0,56%), mentre il Wti tratta a 96 dollari (+0,15%). Secondo gli esperti è possibile un rimbalzo tecnico, ma è probabile che i guadagni siano limitati. “I tentativi di recupero del greggio europeo sono stati relativamente di breve durata finora, poiché i venti contrari come le preoccupazioni per la recessione globale, la situazione del virus cinese e l’impennata del dollaro hanno frenato i prezzi dell’oro nero”, affermano i money manager di Ig.
A lasciare timorosi i mercati è comunque l’aggravarsi della crisi energetica. Il prezzo del gas in Europa si è mantenuto in rialzo (+6% a 182 euro a megawattora), con la chiusura del gasdotto Nord Stream 1, fermato per una manutenzione che dovrebbe durare 10 giorni ma che gli Stati europei temono duri più a lungo. Per questo motivo i Paesi Europei sono a lavoro per stringere legami con altri fornitori che possano assicurare un buon rifornimento delle scorte per l’inverno. Il premier, Mario Draghi, visiterà l‘Algeria la prossima settimana per sostenere i legami economici, mentre la Germania sembra già essere in trattative con Shell per le forniture del gas naturale liquefatto.