domenica, Ottobre 18, 2020

LE COMUNALI IN PRIMAVERA-Carlo Calenda: «Corro da sindaco di Roma» Il Pd: «Ci sono altri candidati»

Il leader di Azione ufficializza la corsa per il Campidoglio. Fredda la reazione del Nazareno, che puntella la scelta di indire le primarie. La fuga in avanti dell’ex ministro dello Sviluppo economico potrebbe imprimere un’accelerazione anche al centrodestra

da ROMA / POLITICA

di Maria Egizia Fiaschetti

«Mi candiderò per fare il sindaco di Roma». Intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa Carlo Calenda, leader di Azione, ufficializza la sua corsa per il Campidoglio alle elezioni comunali della prossima primavera.

Se non fosse che l’annuncio non sposta di una virgola la linea tenuta finora dal Nazareno: «È una non notizia, si sapeva da mesi. Benvenuto, ce ne sono altri di candidati. La strada da seguire è quella delle primarie».

Tra i maggiorenti locali del Pd, tuttavia, più di qualcuno confida che l’ex ministro dello Sviluppo economico invece di correre da solo (ipotesi che oltre a sottrarre voti agli ex alleati, rischia di favorire il centrodestra in un eventuale ballottaggio) si lasci convincere.

Calenda in tv ridimensiona l’argomento delle primarie ritenendolo secondario, mentre indica come priorità la costruzione di «un campo largo» che, oltre alle forze politiche, includa le esperienze civiche e sociali cresciute nei Municipi. Per smarcarsi dal punto di maggiore conflittualità con i dem evidenzia le difficoltà di organizzare la consultazione tra gli elettori di centrosinistra in piena crisi sanitaria con le persone «che hanno paura a uscire di casa».

E però, nonostante lendorsement dell’ex premier Enrico Letta che ha definito la sua candidatura «una buona opzione», non si intravedono segnali di disgelo: «Partecipiamo insieme al tavolo del centrosinistra e auspico un appoggio largo — il messaggio lanciato da Calenda al suo ex partito — perché per rimettere a posto la città serve un lavoro corale. Dovrebbero appoggiare la mia candidatura se pensano che io sia la persona adatta a governare Roma».

Altro tema divisivo, il rapporto con i grillini: «Penso che si possano fare compromessi su tutto, ma non sui valori. Entrambi crediamo che la gestione dei Cinque Stelle sia stata disastrosa: i mali di Roma vengono da lontano, ma con Raggi tutti gli indicatori sono peggiorati». Da «socialdemocratico liberale, né di destra né di sinistra», il leader di Azione ritiene che ci si debba confrontare sul «buongoverno», mentre la politica si è ridotta allo «scontro ideologico», al «tifo per questa o quella tribù».

La sua corsa in avanti (prima di lui a bruciare tutti sul tempo è stata la sindaca uscente, Virginia Raggi, che punta al secondo mandato) potrebbe imprimere un’accelerazione alle mosse del centrodestra che, dopo un paio di incontri preliminari tra i leader di Lega, FdI e FI tornerà a riunirsi questa settimana: «A Roma non ci sarà un nostro candidato assicura il segretario del Carroccio, Matteo Salvini —, ma un candidato del centrodestra al completo che proviene dalla società civile». Si starebbe pensando a un profilo manageriale con esperienza di governance. Quanto alla fuga in avanti di Calenda, Salvini non lesina battute: «Ho la pelle d’oca».

Nessuna conferma, invece, dell’ipotesi che il prescelto dal centrodestra sia il giornalista Massimo Giletti.      Nel prendere le distanze dai rumors che lo vorrebbero pronto a raccogliere la sfida per il Campidoglio, il conduttore diNon è l’arena’ smentisce «di aver mai citato il nome della Raggi e di aver detto: “Ci vuole poco a far meglio”». Nei giorni scorsi le affermazioni attribuitegli hanno scatenato i commenti taglienti di Calenda. «Ho troppo rispetto per il sindaco Raggi insiste Giletti per dire cose del genere. Non è il mio linguaggio e non è il mio stile».

18 ottobre 2020 | 20:30

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