sabato, Giugno 13, 2020

L’EMERGENZA SANITARIA-Coronavirus Roma: contagi al San Raffaele e a Garbatella, cosa succede

Nell’Istituto alla Pisana, dove è stato scoperto un focolaio di Covid-19 a inizio mese, i contagi sono arrivati a 99 e i decessi a 5. In un palazzo occupato in piazza Pecile una famiglia peruviana risultata positiva. L’intero stabile messo in quarantena.

da  del 13 giugno 2020 | 13:32

di Clarida Salvatori

Si fa sempre più critica la situazione del focolaio dellIrccs San Raffaele Pisana di Roma. Il contagio partito dall’istituto di riabilitazione ha raggiunto i 99 casi complessivi di positività e 5 decessi. «E temiamo che siano destinati ad aumentare», ha fatto sapere l’Unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio. «L’attenzione resta altissima e i pazienti positivi sono stati tutti trasferiti», prosegue l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.

I primi contagi si sono registrati il 4 giugno: 3 positivi. Ma viste l’importanza strategica e la grandezza dell’istituto di riabilitazione della Pisana (300 i degenti e 450 gli operatori sanitari e non) è parso subito evidente che non erano destinati a fermarsi lì. La conferma arriva già il giorno successivo, quando i malati di Covid-19 salgono a 7 e un anziano ospite della struttura, di proprietà della famiglia del deputato Antonio Angelucci, muore. E l’Irccs viene isolato, chiuso da un cordone sanitario che blocca le nuove accettazioni e presidiato dai militari.

«Questo focolaio non ci voleva e tutti i nostri sforzi sono adesso ricondotti alla tutela di pazienti e operatori. Poi faremo tutte le verifiche al completamento dell’indagine epidemiologica – così l’assessore D’Amato -. Non bisogna abbassare a guardia lo dico da giorni, va mantenuta alta l’attenzione. Dal quadro fornito dalla Asl Roma 3 emerge un possibile caso indice tra gli operatori e ci aspettiamo un ulteriore incremento dei casi».

Il 6 di giugno i numeri confermano la fondatezza della preoccupazione che cresce intorno al cluster della Pisana: 31 il totale dei malati, 9 dipendenti, due familiari e 20 pazienti. Il giorno successivo altri 4. E un secondo paziente perde la vita. L’indagine epidemiologica condotta dalla Asl Roma 3 e dal Seresmi dello Spallanzani indica come possibile caso indice un fisioterapista che si è ammalato nei primi giorni di maggio. Da qui la decisione di richiamare tutti i degenti che sono stati dimessi dal 18 maggio in poi, i loro familiari e i contatti più stretti. Attivando due postazioni di drive test per esami sierologici e tamponi, una all’ex ospedale Forlanini e un’altra al presidio sanitario di Casal Bernocchi, prese letteralmente d’assalto: 1.800 gli esami clinici che vengono effettuati in poche ore.

Nei due giorni successivi il contagio si espande e raggiunge la provincia di Rieti, dove si registra la terza vittima e diversi casi positivi tra i suoi familiari e amici più stretti, e anche il Policlinico Umberto I: si ammalano un infermiere del reparto di Malattie tropicali (che aveva avuto contatti con un’operatrice sanitaria del San Raffaele, anche lei contagiata), un suo collega e un paziente.

Nell’arco di 48 ore si arriva a 68 positività totali. Proseguono intanto il lavoro di tracciamento dei contatti e i test: in due giorni vengono effettuati 2.332 tamponi e oltre 2.500 esami sierologici. L’11 giugno emergono altri 9 casi. Mentre ieri altri 22, che portano così il totale a 99. Tra loro due operatori sanitari e 14 degenti (poi trasferiti allo Spallanzani) sono stati scovati con i tamponi effettuati per la seconda volta nell’arco di cinque giorni all’interno della struttura sanitaria. Al primo test molecolare della scorsa settimana erano risultati tutti negativi. Sempre collegati al cluster della Pisana, altri due decessi che portano il totale delle vittime a cinque. La Asl 3 ha deciso di estendere l’indagine epidemiologica a ritroso, a partire da tutti i dimessi dal 1 di maggio, i loro parenti e i loro contatti.

Mentre si cerca di arginare il contagio al San Raffaele, nella Capitale emerge un’altra situazione delicata: alla Garbatella, in un palazzo occupato in piazza Attilio Pecile c’è un’intera famiglia di origine peruviana positiva al coronavirus. Il primo ad essere contagiato sarebbe stato il bambino più piccolo del nucleo familiare, ora ricoverato – in buone condizioni – al centro Covid di Palidoro dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. La notizia desta non poca preoccupazione per la situazione igienico-sanitaria in cui si vive nello stabile, ora in quarantena e presidiato dalle forze dell’ordine. Cento sette le persone sottoposte a test. Il timore è che si ripeta quanto accaduto ad aprile al Selam Palace sulla Collatina, dove ci furono 50 contagi.

 

 

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