giovedì, Settembre 24, 2020

Smart working, cosa cambia dopo il 15 ottobre? Le nuove regole per dipendenti pubblici, privati e genitori

da del 24 settembre 2020

di Isidoro Trovato 

Le novità in arrivo

Il 15 ottobre si avvicina . È quella la data in cui terminerà lo stato di emergenza per il Coronavirus e, di conseguenza, dal giorno dopo cambieranno anche le regole per lo smart working «semplificato» introdotto in fase di emergenza.

Salvo ulteriori prolungamenti dello stato di crisi, dalla metà di ottobre le nuove attivazioni dello smart working nel settore privato dovranno seguire le regole ordinarie, cioè prevedere un accordo firmato dai singoli lavoratori che fissi modalità di esecuzione della prestazione fuori dai locali aziendali e le regole di esercizio fissate del datore di lavoro. Inoltre bisognerà definire quali saranno gli strumenti da usare, i tempi di riposo e le misure per assicurare il diritto alla disconnessione. L’accordo può essere siglato dal datore di lavoro con la rappresentanza sindacale dell’azienda o con i singoli lavoratori. Trattandosi di accordi fatti su misura per le esigenze di singoli lavoratori, le linee guida, la cornice dell’accordo potrà essere concordata dalla rappresentanza sindacale ma il dettaglio (numero di giorni, quantità di ore etc.) passano dall’accordo con il singolo lavoratore. Accordi che saranno richiesti anche per i cosiddetti «lavoratori fragili», quelli affetti da malattie croniche.

Lavoro agile per chi ha figli minori di 14 anni in quarantena

Anche dopo il 15 ottobre, il genitore lavoratore dipendente potrà svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di 14 anni, disposta dal Dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente, a seguito di contatto verificatosi all’interno del plesso scolastico.

Congedo parentale (alternativo al lavoro da casa)

Tuttavia, nelle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità agile, uno dei genitori, alternativamente, può astenersi dal lavoro per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio. In quest’ultimo caso, per i periodi di congedo utilizzati, è riconosciuta al genitore un’indennità pari al 50% della retribuzione. Si ricorda che il tale beneficio, introdotto dal decreto-legge n. 111/2020, può essere riconosciuto, per periodi in ogni caso compresi entro il 31 dicembre 2020.

Dipendenti pubblici e lavoratori disabili

La normativa vigente ha poi prorogato fino al prossimo 31 dicembre 2020 il lavoro agile per il 50% dei dipendenti della Pubblica Amministrazione con mansioni che possono essere svolte da casa.

Nei confronti dei lavoratori disabili i datori di lavoro dopo il 15 ottobre possono stipulare degli accordi aziendali con le rappresentanze sindacali aziendali (RSA/RSU) o territoriali che regolamentino il ricorso allo smart working, prevedendo ad esempio priorità di accesso ai lavoratori con handicap o che assistano familiari in tali condizioni. Naturalmente, anche in presenza di accordo aziendale restano fermi gli obblighi di legge (accordo individuale scritto e invio dello stesso al Ministero del lavoro).

Il lavoro agile dopo la pandemia: quale futuro?

«È necessario uscire dall’uso emergenziale dello strumento e iniziare a ragionare su come promuovere il vero smart working, che finora hanno praticato molti pochi lavoratori», spiega il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. «Ciò significa utilizzare il know-how acquisito in questi mesi al fine di innovare i processi e l’organizzazione del lavoro ripensando procedure, sistemi premiali, il rapporto tra tempi e risultati, e le stesse modalità del lavoro da casa, che dovrà inevitabilmente combinarsi con quello in presenza, in una modalità “mista” che consenta maggiore qualità di vita per il lavoratore, ma al tempo stesso il mantenimento di una relazionalità che è fondamentale per le aziende e gli stessi dipendenti». Puntualmente organizzato il lavoro agile ha numerosi aspetti positivi. «Per questoconclude il De Luca è necessario non imbrigliare il lavoro agile con nuovi paletti normativi, ma lasciare alla flessibilità degli accordi aziendali e settoriali, le modalità di regolazione di questa nuova forma di lavoro».

Smart working: verso la proroga del regime semplificato oltre il 15 ottobre

di Rita Querzè 

Non poteva che svolgersi in smart working, cioè da casa davanti a un computer, l’incontro sulla regolamentazione del lavoro agile in corso tra sindacati e rappresentanze delle imprese con il ministero del Lavoro. Il confronto avrà una coda domani, una parte delle associazioni datoriali sarà infatti sentita nel pomeriggio di venerdì. Il confronto con il sindacato ha portato però ad assodare un paio di questioni rilevanti.

La prima: i confederali hanno auspicato che la gestione semplificata dello smartworking, senza la stipula degli accordi individuali, sia prolungata oltre il 15 ottobre e fino alla fine dell’anno. Tutti hanno preso atto della criticità del contesto sul piano dell’emergenza sanitaria, se non altro perché ieri sia il ministero del Lavoro sia quello dello Sviluppo economico erano chiusi causa sanificazioni Covid.

Il secondo punto: gli stessi confederali si sono detti favorevoli al mantenimento della legge sullo smart working così come è (la legge 81 del 2017) senza aggiungere nuove regole. Cgil, Cisl e Uil chiedono però che si definisca un protocollo con il ministero in cui si traccino delle linee guida che incoraggino la contrattazione tra le parti a livello di contratti nazionali e aziendali. «La criticità del momento è davanti agli occhi di tutti, è chiaro che anche lo smartworking è uno strumento per tenere sotto controllo il contagio dice Tiziana Bocchi della segreteria Uil —. La legge oggi in vigore pone limiti sacrosanti, dalla parità di retribuzione alla volontarietà fino al diritto alla disconnessione, ma è importante che la questione sia disciplinata tramite la contrattazione. Anche per evitare che lo smart working alla fine penalizzi le donne».

La ministra ha chiesto al sindacato di mettere nero su bianco le proprie istanze, un nuovo incontro sarà messo in agenda prima del 15 ottobre.

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