venerdì, Dicembre 11, 2020

Storia del Centro di Epidemiologia che venne depotenziato da Ricciardi……

Nel 2015, l’Italia aveva un Centro di Epidemiologia che venne depotenziato quando l’attuale consulente del Ministero della Salute era al vertice dell’Istituto Superiore della Sanità. “Si occupava del coordinamento tra le Regioni  – spiega un epidemiologo che ci lavorava – proprio quello che è mancato durante la pandemia”.

di Manuela D’Alessandro                                                                                                                                                             CENTRO EPIDEMIOLOGIA   WALTER RICCIARDI    ISS    PIERFRANCESCO BELLI     GRUPPO EPICO

da aggiornato alle 10:0 011 dicembre 2020 

AGI – Milano, 8 dic. – L’Italia aveva fino al 2015 un Centro  Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) “fondamentale per il coordinamento tra le Regioni, aspetto che ora viene segnalato come critico in questa pandemia” ma Walter Ricciardi, ora consulente del Ministro della Salute e all’epoca Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, “decise di depotenziarlo disperdendone competenze tra le varie strutture dell’Istituto”. A raccontarlo all’AGI è un epidemiologo che lavorava in quel centro e che, pur a distanza di anni, preferisce tenere l’anonimato.

“Il Centro poteva essere quel tavolo comune tra le Regioni che è mancato”

Erano, quelli, tempi complicati per l’Iss che nel 2013 venne commissariato dal Ministro Beatrice Lorenzin sulla base di un parere della Corte dei Conti sul bilancio con l’azzeramento dei vertici dell’Istituto (presidente e CdA). Ricciardi venne nominato Commissario e poi Presidente. In seguito,  una sentenza del  Consiglio di Stato del 2016, su ricorso di due consiglieri di amministrazione,  suggellò l’inesistenza dei presupposti  per il commissariamento.

“Nel frattempo l’allora Presidente  Ricciardi – prosegue la fonte – diede corso ad una ristrutturazione in cui la massa critica di  competenze di epidemiologia  del CNESPS fu divisa tra i vari dipartimenti  tematici.  Gran parte dell’attività del Centro  era dedicata al supporto delle attività di sanità pubblica e alla collaborazione tecnico-scientifica con le regioni. Eliminando la competenza primaria dell’epidemiologia  la struttura cambiò nome e funzioni, con una dotazione dei personale di meno della metà. Ovviamente il Centro Epidemiologico non avrebbe fermato la pandemia ma avrebbe migliorato la gestione dando un tavolo comune alle Regioni per confrontarsi.  Ora ci si lamenta da più parti di una gestione frammentata e di una pessima prova di coordinamento tra le Regioni”. Contattato dall’AGI via messaggio su come sia maturata la decisione del depotenziamento del Centro, Ricciardi non ha risposto.

Comitato vittime: “Centro smembrato su logica del risparmio”

“L’Italia aveva un istituto deputato alla sorveglianza epidemiologica che sarebbe servito ad organizzare un’azione coordinata durante una pandemia – osserva Consuelo Locati, legale del Comitato Noi Denunceremo -. E’ stato smembrato sulla logica del risparmio, quando tutto il mondo sa che la logica della governance sanitaria punta sulla prevenzione proprio perché sui sistemi sanitari impatta finanziariamente molto meno delle cure. Fa pensare che chi ha deciso di smembrare quest’istituto ora sia tra coloro che sono deputati a mettere le pezze sui danni protratti della pandemia”.

All’interno del CNESPS si era costituito il Gruppo Epico, una struttura che, spiega il professor Pierfrancesco Belli, presidente della Commissione Rischi ed Etica Sanitaria di Incer Institute e membro del Comitato di Indirizzo e Controllo dell’agenzia regionale di Sanità Toscana – nel novembre 2006 aveva creato un modello matematico-organizzativo che doveva servire a verificare gli scenari di diffusione e di relativo controllo delle fasi del contagio. Sarebbe servito a vedere quanto si può controllare il contagio nel territorio dando anche indicazioni alla gestione area per area. Utili, per esempio, a capire se mancano posti letto in terapia intensiva o dispositivi di protezione individuale. Ma questo sistema non ha funzionato perché  non è stato attivato il Sottocomitato di influenza e pandemia che nel 2009 scomparve. Come mai? Quello che possiamo notare è che nel 2008 c’era un governo che ha iniziato a operare sulla base del principio, concretizzato poi a livello normativo, per cui più che sulla prevenzione del contagio si è deciso di puntare sui vaccini, una linea suggerita anche dall’Oms. Per questo poi sono state eliminate tutte quelle barriere, come il CNEPS, che sarebbero potute servire per la prevenzione”.

 

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