martedì, Dicembre 8, 2020

URBANISTICA-Olgiata, chiude il centro costato 30 milioni di fondi pubblici

Il Consiglio di Stato ordina lo sgombero del Punto verde: manca il depuratore, edifici del Centro Sportivo, Commerciale e sede della Croce Rossa non agibili

da ROMA/ CRONACA

di Marco Nese

 È stato necessario arrivare fino al Consiglio di Stato per risolvere un’annosa controversia fra il Campidoglio e il Punto verde Olgiata, sulla Cassia. Tutti gli edifici del Punto verde, costati circa 30 milioni di euro di soldi pubblici, «non sono più agibili». Centro Sportivo, Centro Commerciale e l’annessa sede della Croce Rossa devono essere sgomberati. Così ha deciso in via definitiva la quinta sezione di Palazzo Spada.

Quello che ha indotto i giudici a ordinare la chiusura dei locali è la mancanza di un depuratore in grado di assorbire le acque reflue. «Le attività economiche ricadenti nel Punto verde erano svolte senza autorizzazione allo scarico», si legge nella sentenza: di conseguenza le acque nere risultavano inquinanti e pericolose. Secondo i giudici, «l’interesse pubblico ambientale prevale sull’interesse degli operatori a proseguire un’attività già di per sé provvisoria». Prima la salute, insomma, a maggior ragione se si considera che la zona è frequentata dai bambini della Scuola Elementare.

Consapevole di questo grave problema, il titolare del McDonald’s che occupava un ampio spazio nel Centro Commerciale ha preferito cambiare sede. Si è messa alla ricerca di una nuova sede anche la Croce Rossa. E ora «l’autorità amministrativa si legge ancora nel testo dei giudici dovrà far eseguire la sentenza» anche nei confronti del Centro Sportivo, che comprende palestre, piscine e campetti di calcio.

La sentenza ripercorre le fasi della complicata vicenda che riguarda soprattutto il Centro Sportivo.

Nel 2007 Roma Capitale lo aveva dato in concessione alla Società Olgiata Verde. Nel 2015 la Società è stata dichiarata decaduta perché i titolari non pagavano le rate del mutuo, garantito al 90 per cento dal Comune.

In seguito a vari ricorsi, il Campidoglio ha lasciato la gestione delle strutture sportive agli stessi personaggi «solo in via temporanea e provvisoria, in attesa di individuare un nuovo concessionario» e a patto che pagassero un canone mensile di 83 mila euro. Ma i giudici sottolineano che i gestori «non versavano il canone costringendo Roma Capitale ad avviare il recupero delle somme».

Da tempo, il Punto verde Olgiata era oggetto di attenzione: il Direttore dei Punti verdi Fabio Rocchi aveva ordinato «lo sgombero anche forzoso degli edifici occupati per attività sportive ed eventuali gestori abusivi di quelli per attività commerciali».

8 dicembre 2020 | 08:32

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