giovedì, Marzo 12, 2020

Coronavirus, 1.000 respiratori dalla Cina anche grazie a Class Editori

Sabato scorso Class Editori, con Bank of China e il partner Xinhua, ha fatto da collante fra la Farnesina, la Protezione Civile, Intesa Sanpaolo, il professor Ricciardi e l’Ambasciata a Pechino, che ha avviato subito la ricerca di fornitori essendoci l’informazione che in Cina c’erano stock disponibili

 ITALIAOGGI – NUMERO 060   PAG. 17  DEL 12/03/2020

Con il senso di responsabilità e di solidarietà che contraddistingue Class Editori, anche in questo particolare momento di emergenza nazionale la casa editrice non è rimasta ferma confermandosi al servizio della comunità.

Con questo spirito Class Editori ha contribuito all’importante operazione che ha portato alla donazione da parte della Cina di 1.000 macchine per la respirazione. A firmarla è il ministro degli esteri Luigi Di Maio, ma Class ha collaborato, grazie ai rapporti con i due colossi cinesi della comunicazione, con l’Ambasciata a Pechino, con Walter Ricciardi (medico dell’Organizzazione mondiale della sanità e professore all’università Cattolica oltre che consigliere del ministro Roberto Speranza) e con Intesa Sanpaolo, perché l’operazione si realizzasse. Le mille macchine per la respirazione artificiale di chi entra in terapia intensiva, più altri accessori sono fondamentali per rafforzare le strutture di terapia intensiva necessarie ad affrontare l’emergenza Covid-19.

Infatti nella giornata di sabato scorso Class Editori, insieme con Bank of China e il partner Xinhua, ha fatto scattare l’operazione facendo da collante fra la Farnesina, la Protezione Civile, Intesa Sanpaolo, il professor Ricciardi e l’Ambasciata a Pechino, che ha avviato subito la ricerca di fornitori essendoci l’informazione che in Cina c’erano stock disponibili.

 Class Editori ha informato le autorità anche di uno specifico fornitore con lo schema delle macchine disponibili.

Un segno concreto di vicinanza al sistema sanitario pubblico dei nostri territori e a tutta la nostra comunità nella consapevolezza che il superamento della grave emergenza richieda un’assunzione di responsabilità condivisa.

 

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