lunedì, Febbraio 3, 2020

Coronavirus, atterrato a Pratica di Mare l’aereo italiani da Wuhan. ‘Al momento stanno bene’

Da ieri ricoverato in rianimazione allo Spallanzani uno straniero, analisi in corso

ANSA.it del 03 febbraio, 12:39

E’ atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare l’aereo con la sessantina di italiani che hanno lasciato Wuhan a causa del coronavirus. Dopo i controlli medici che saranno effettuati sul posto, i nostri connazionali saranno portati al campus olimpico della Cecchignola dove verranno sottoposti ad un periodo di quarantena per due settimane, il tempo massimo di incubazione del virus. “Per il momento stanno tutti bene – ha detto il capo dell’Unità di crisi della Farnesina Stefano Verrecchiadevono ancora terminare i controlli sanitari e avranno tutta l’assistenza necessaria ma per il momento non ci sono problemi. In queste settimane in Cina, gli italiani hanno avuto molta pressione – ha aggiunto Verrecchia – ma mi pare che non siano provati. C’è solo la stanchezza del viaggio”.

A bordo dell’aereo c’erano anche sei bambini , mentre la persona rimasta in Cina perchè ha accusato febbre ” si trova in ospedaleha detto Verrecchiacon l’assistenza del personale dell’ambasciata italiana. “. Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina ha poi ribadito che tra gli italiani che erano a Wuhan una ventina hanno scelto di rimanere in città.              Organizzare il rientro è stato un lavoro molto complesso ha concluso Verrecchia- ma tutto è andato come da programma”.

Intanto allo Spallanzani è da ieri ricoverato, in rianimazione, un paziente straniero. ‘E’ arrivato nella tarda serata di ieri all’ospedale Spallanzani di Roma si legge nel bollettino in condizioni compromesse e attualmente si trova in rianimazione”.

In piena notte, l’aereo con gli italiani bloccati è partito dalla città focolaio dell’ epidemia con il volo dell’Unità di Crisi della FarnesinaSono 56, secondo quanto si è appreso:uno dei connazionali che sarebbero dovuti tornare in Italia, infatti, è invece rimasto a Wuhan perché ha la febbre. L’uomo non è stato fatto imbarcare perchéspiegano fonti diplomatichei protocolli sanitari internazionali vietino di salire a bordo a chi mostra sintomi che potrebbero essere riconducibili al coronavirus, per la tutela degli altri passeggeri”. Il connazionale è seguito attentamente da personale medico, dell’ambasciata e del ministero degli Esteri cinese. L’Unità di crisi della Farnesina è in stretto contatto con la famiglia.

La Cina ha registrato 57 nuovi decessi nel conteggio della sola giornata di ieri, portando il totale a quota 361: gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) hanno inoltre segnalato 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Mentre i casi sospetti sono cresciuti a 21.558 e le guarigioni a quota 475. I 361 morti, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), hanno superato i decessi della Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 ne fece 349, secondo i numeri ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars.

La Cina ha accusato alcuni Paesi, specialmente gli Stati Uniti, di diffondere “panico” con le reazioni fuori misura all’epidemia di coronavirus di Wuhan.  Gli Usa, includendo anche il bando imposto all’ingresso dei viaggiatori cinesi,non hanno provveduto ad alcuna assistenza sostanziale“, ma hanno creato panico ininterrottamente”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, in un insolito briefing online, nel mezzo dell’emergenza del coronavirus. 

Pechino chiede anche aiuto: “necessita urgentemente” di materiale protettivo e di equipaggiamenti medici con l’epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan che continua a tenere un passo sostenuto, visto che i 361 morti attuali hanno superato i 349 della Sars del 2003, mentre i contagiati sono più di 17.000. “Quello di cui la Cina necessita urgentemente allo stato sono le maschere mediche, le tute protettive e gli occhiali protettivi”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, in un briefing online con i media.

Intanto le Borse cinesi sono crollate alla prova dei mercati dopo la lunga pausa del Capodanno lunare, quando la corsa dell’epidemia è ancora sostenuta e i decessi hanno superato quelli della Sars del 2003 (361 contro 349).

Shanghai ha perso in avvio l’8,7% e Shenzhen il 9%, mentre, sui mercati valutari, lo yuan ha sfondato quota 7 sul dollaro, fino a 7,0049 (+0,99%), malgrado la protezione predisposta dalla Banca centrale cinese (Pboc) che ieri ha preannunciato la maxi iniezione di liquidità per 1.200 miliardi di yuan (173 miliardi di dollari) per attutire i contraccolpi dell’epidemia sulla fiducia degli investitoriNel primo giorno utile di ritorno al lavoro, sono almeno 24 le province e municipalità cinesi, come Shanghai, Chongqing e il Guandong, che invece hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive a non prima del 10 febbraio per i timori di contagio. Sono aree che nel 2019 hanno pesato per oltre l’80% in termini di contributo al Pil della Cina e per il 90% all’export. L’Hubei, cuore dell’epidemia, non ripartirà prima del 14 febbraio, sempre che non si richieda una “appropriata estensione” del periodo di ferie, ha scritto venerdì il Quotidiano del Popolo.

Condividi su: