sabato, Febbraio 29, 2020

Coronavirus, scuole sospese fino 8 marzo nelle tre Regioni cluster ma restano aperte in tutte le altre

Lega Serie A ufficializza, Juve-Inter il 13 maggio. Rinviate anche le altre quattro partite del weekend previste a porte chiuse

Redazione ANSA ROMA 29 febbraio 2020 16:57

Le scuole riaprono in tutte le regioni italiane tranne che nelle tre regioni con aree cluster nelle quali in realtà ci sarà la sospensione delle attività fino all’otto marzoma non la chiusura totale. Per la regione Marche c’e’ il ritorno a tutte le altre attività così come avviene per tutte le altre regioni che avevano sottoscritto l’ordinanza unica nazionale. E’ quanto si apprende da fonti di governo partecipanti alla riunione alla Protezione Civile.

“Abbiamo adesso concluso la riunione, domani mattina pubblicheremo il nuovo Dpcm in pieno raccordo con le valutazioni dei governatori. C’è un clima di grande collaborazione”, ha detto il premier Giuseppe Conte uscendo dalla Protezione Civile“In questo momento è riunito il comitato tecnico, non mi fare anticipare nulla ma per quanto riguarda le regioni interessate adotteremo misure di prudenza che si distingueranno dalle altre”. Oltre ad un secondo decreto “lavoriamo a un terzo intervento ancora più organico, ancora più complessivo, siamo consapevoli che l’Italia necessita di una grande spinta economica. Vogliamo creare una forte spinta semplificatrice e una grande accelerazione degli investimenti”. In merito alle misure economiche, il presidente Conte ha ricordato ai governatori in videocollegamento che già ieri sera il Cdm ha approvato misure di immediato impatto per le situazioni più critiche, tra cui ad esempio la previsione della cassa integrazione ordinaria e in deroga. “Ma non ci accontenteremo”, ha aggiunto Conte, ricordando che il Governo stava già lavorando, prima dell’emergenza coronavirus, “a una terapia d’urto, a un complessivo provvedimento di rilancio del Paese”. “Non ci fermiamo qui”, ha ribadito.

Lunedì riapriranno le scuole in Liguria ad eccezione della Provincia di Savona, ha annunciato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “La Provincia di Savona vedrà applicate ancora le limitazioni valide oggi per tutta la Liguria, con le scuole chiuse, mentre le altre province della Liguria torneranno ad essere assimilate alle aree simili del resto del Paese, senza limitazioni” ha spiegato il governatore della Liguria.

L’annuncio delle scuole chiuse la prossima settimana in Lombardia e Emilia-Romagna era stato già annunciato dalle rispettive regioni. Da parte del governo c’è “sostanziale adesione alle nostre richieste”: così ha detto al TgR Lombardia l’assessore al Welfare della regione Giulio Gallera mentre è in corso la videoconferenza con il governo. Ci sono alcuni approfondimenti da fare ma per quanto riguarda le scuole “sarà prorogata per un’altra settimana” la sospensioneScuole, nidi e università in Emilia-Romagna restano chiusi anche la prossima settimana. Lo conferma su Facebook il governatore, Stefano Bonaccini.

Positivi marito e figlia della donna contagiata nel Lazio “Ad oggi i primi test effettuati risultano positivi per il marito della donna e uno dei due figli”. Lo comunica il bollettino medico dell’istituto Spallanzani relativamente a due dei componenti della famiglia della donna, residente a Fiumicino, risultata positiva ieri al Coronavirus. “Il test della donna è stato confermato anche dall’istituto superiore di sanità”.“Hanno lievi sintomi anche il marito e un figlio della donna risultata positiva”.

Niccolò torna a casa – E’ un momento emozionante, finalmente lo riportiamo a casa”. Lo ha detto la mamma di Niccolò, il 17enne di Grado bloccato per due volte in Cina a causa della febbre ma risultato negativo poi ai test per il Coronavirus. Il ragazzo è stato appena dimesso dallo Spallanzani di Roma al termine dei 14 giorni di isolamento. “Dopo sei mesi che non lo vedevamo e dopo tutto quello che è successo è stata un’emozione fortissima riabbracciarlo”, ha detto il padre di Niccolò. “Niccolò è contento di riabbracciare tutti quanti – ha detto la madrefinalmente questa disavventura è finita”.

Le perdite economiche stimate  Una diminuzione del pil italiano compresa tra -1% e -3% nel primo e secondo trimestre 2020. E’ questa l’indicazione degli effetti sull’economia del coronavirus secondo il Ref Ricerche che quantizza la perdita di Pil tra i 9 ed i 27 miliardi. La stima considera l’impatto nelle regioni italiane, con effetti immediati e di più lunga durata, a seconda del settore considerato. Lombardia e Veneto, le regioni più interessate, spiega il Ref, contano per il 31% del pil italiano.

RINVIATE PARTITE SERIE A Non mette tutti d’accordo la decisione della Lega di rinviare al 13 maggio Juve-Inter e le altre quattro partite di Serie A che si dovevano giocare nel fine settimana a porte chiuse. ‘Bisogna adottare criteri univoci e armoniosi. Sono preoccupato per il futuro, perché se viene prorogato il blocco fino all’8 marzo, anche le gare della prossima giornata sono a rischio’, dice l’Ad dell’Inter Marotta. Mentre per l’allenatore della Roma Fonseca, ‘per la regolarità del campionato è meglio rinviare tutte le partite’. Protesta dei tifosi dell’Inter sul web: ‘Così il campionato è falsato’.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto con gli aiuti all’economia nelle zone colpite dal coronavirus. 

Sono 822 i contagiati in Italia per il Coronavirus. Il numero tiene conto anche delle 21 vittime – 4 in più di giovedì e dei pazienti guariti. I guariti sono 46.

Gli Stati Uniti hanno elevato l’allerta nei confronti dell’Italia al livello 3, con la quale si raccomanda ai cittadini americani di riconsiderare tutti i viaggi verso il nostro Paese, evitando quelli che non sono necessari. Al livello 3 ci sono Cina e Corea del Sud.

L’epidemia in Italia, la voce degli esperti

Che cosa abbiamo imparato giorno per giorno

                                                  Il coronavirus SarsCov2 in Italia, la voce degli esperti (fonte:Pixabay, SVRSilh)

La quarantena è una misura necessaria

Il focolaio del nuovo coronavirus in Italia “non meraviglia” e indica come la quarantena sia una misura “assolutamente necessaria” per controllare la diffusione del virus. Lo ha detto all’ANSA l’immunologo Antonio Lanzavecchia, direttore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina (Irb) di Bellinzona. “Poiche’ abbiamo visto come una singola persona possa portare un focolaio d’infezione, misure come la quarantena sono assolutamente necessarie”. Questo, secondo l’esperto, puo’ accadere perche’ “la contagiosita’ di un virus e’ variabile” e “dal punto di vista biologico non si e’ infettivi soltanto quando si hanno i sintomi”. Bisogna inoltre considerare che la capacita’ di diffusione di un virus e’ tipica anche di chi e’ convalescente, come accade per l’influenza e per altre malattie virali.

I casi rilevati in Italia presenti da giorni
L’aumento progressivo dei casi del nuovo coronavirus rilevati in Italia non indica che l’epidemia si sta espandendo, ma che casi gia’ presenti da almeno una decina di giorni ora vengono scoperti: lo ha detto all’ANSA il fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston. “I casi adesso vengono scoperti, ma erano gia’ quasi tutti li'” e “i numeri ha aggiuntosaliranno ancora per un po’, ma l’epidemia non si sta espandendo”.

“I test che vengono fatti in questi giorni in Italia permettono di tracciare i contatti”, ha proseguito Vespignani, e “non si puo’ escludere che forse ci siano altri casi in incubazione, in quanto molte persone sono rimaste asintomatiche”. E’ anche possibile, ha aggiunto, che “quello che sta accadendo adesso in Italia possa accadere in futuro in altri Paesi. Quello che viene fatto in questi giorni in Italia “e’ un lavoro capillare di intercettazione”: adesso “bisognera’ capire realmente quante generazioni di casi ci sono, ossia va calcolato il tempo che trascorre da una generazione all’altra delle infezioni”. L’approccio aggressivo con il quale l’Italia sta affrontando l’epidemia lascia inoltre immaginare, ha aggiunto, che “i casi possano raggiungere un plateau per poi cominciare a scendere”.

Di certo, ha sottolineato, “la cosa peggiore al momento potrebbe essere l’apertura di nuovi focolai: e’ un’eventualita’ che non si puo’ escludere. Se questo dovesse accadere ha conclusosenza dubbio la situazione diventerebbe piu’ problematica”.

Il paziente zero introvabile, per colpa dei ‘casi invisibili’
Potrebbe essere uni dei tanti casi ‘invisibili’ l’introvabile paziente zero che avrebbe dato inizio in Italia all’epidemia da coronavirus arsCoV2. E’ proprio nel fenomeno dei casi di portatori del virus impossibili da riconoscere il perche’ sia praticamente impossibile rintracciare 
il caso che ha innescato il focolaio di Codogno, cosi’ come non e’ noto il legame tra i casi del Veneto e quelli della Lombardia.

Se le persone portatrici del virus stanno bene “non si riesce a identificare i casi“, ha rilevato Vespignani. “Se in Italia non si riesce a trovare il paziente zero e’ perche’ questi potrebbe essere asintomatico, magari incontrato in un aeroporto o in una stazione”, ha osservato.

“Quello che l’Italia sta mettendo in campo ha conclusoe’ uno sforzo aggressivo per soffocare il focolaio”.

Nuovi criteri di notifica, cambia lo scenario dell’epidemia

Cambia lo scenario dell’epidemia da coronavirus SarsCoV2 in Italia: la decisione di notificare soltanto i casi più gravi permetterà di concentrare l’attenzione su chi ha più bisogno di cure, ma inevitabilmente si perderà qualcosa in termini di cifre reali. Cambia anche l’informazione, in quanto si è deciso di dare notizia solo dei casi gravi della Covid-19, la malattie causata dal nuovo coronavirus. Prosegue intanto la caccia all’inafferrabile paziente zero che avrebbe innescato la catena dei casi italiani e che sancirebbe l’esistenza di un unico focolaio in Italia.

Avere fatto tanti tamponi in meno di una settimana significa “avere fatto una foto epidemiologica dell’Italia che ha permesso di capire che il tasso di incidenza dell’infezione è del 4,8%”, ha rilevato il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Bicocca di Milano. “Questo – ha aggiunto – ci permette di stabilire un valore soglia che in futuro potrà essere un parametro di riferimento”.

Dopo questa prima fase si è deciso di stringere il cerchio e di fare il test solo a chi ha sintomi o è stato a contatto con una persona, o ancora proviene da zone in cui c’è l’infezione. “Il vantaggio è di tipo pragmatico, in quanto si evita di affollare strutture di pronto soccorso e ospedali”, ha spiegato l’esperto.

E’ dello stesso avviso Vespignani: con i nuovi criteri di notifica “il numero di casi che abbiamo visto crescere in questi giorni diventerà più piccolo perché non si individua più chi ha il virus ma non mostra sintomi e ci si concentra su chi può avere bisogno di cure mediche e che va tenuto sotto controllo, anche per non ingolfare i laboratori di analisi”. Bisognerà comunque fare i conti con il fatto che “si perde qualcosa sull’entità dell’epidemia”.

Nel frattempo si cerca di capire se in Italia esistono uno o più focolai dell’epidemia. La differenza è sostanziale perché, ha rilevato Vespignani, “la presenza di più focolai indica che l’epidemia è partita in posti diversi ed è quindi più difficile da controllare e isolare”. Per questo si sta cercando di individuare il legame tra i casi in Lombardia e quelli in Veneto: significherebbe avere un unico focolaio.

Prosegue anche la ricerca del paziente zero: secondo Broccolo “potrebbero esserci stati più pazienti zero e ognuno potrebbe aver fatto partire una catena di contagio che sembra si stia fermando. Per questo potrebbe non essere utile investire energie nella caccia al paziente zero”. Molto probabilmente, ha aggiunto, “erano persone con il virus da almeno due settimane prima del caso lodigiano e potrebbero essere già guariti”. Guardando al futuro, un elemento positivo è che “come altri coronavirus, anche il sarsCoV2 sembra mutare meno rispetto a quello dell’influenza e l’infezione non dura a lungo: questo ci fa sperare che non persisterà a lungo”.

Pronto in Italia il progetto di un vaccino

Un progetto italiano per un vaccino contro il coronavirus Sars-Cov2 è quasi pronto per iniziare l’iter della sperimentazione prima negli animali e poi nell’uomo, ma i tempi rischiano di essere lunghi a causa della burocrazia. Lo ha detto all’ANSA Luigi Aurisicchio, amministratore delegato dell’azienda di biotecnologie Takis e coordinatore del consorzio Europeo EUImmunCoV.

“Abbiamo realizzato il progetto molecolare del vaccino e saremmo pronti a testarlo negli animali per metà marzo, ma la normativa italiana sulla sperimentazione animale è più restrittiva rispetto a quella di altri Paesi europei”, ha rilevato Aurisicchio. Se la procedura partisse in tempi rapidi “sarebbe possibile avere i primi risultati sugli animali dopo circa un mese, dopodiché in collaborazione con l’Istituto Spallanzani potremmo passare ai test cellulari per verificare se il vaccino è in grado di neutralizzare il coronavirus”.

Il timore è che i tempi possano allungarsi a causa dell’interpretazione restrittiva del regolamento europeo in materia di sperimentazione animale, ha detto ancora Aurisicchio. “Negli Stati Uniti – ha rilevato sono stati abbreviati tutti i processi regolatori, tanto che l’azienda Moderna ha recentemente annunciato la sperimentazione del suo vaccino anti-coronavirus nell’uomo già in aprile”.

A livello europeo, ha aggiunto, “l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha istituito un canale preferenziale per chi sta sviluppando vaccini contro il coronavirus, ma comunque demanda le decisioni sulle autorizzazioni a condurre studi clinici alle agenzie regolatorie dei singoli Paesi”.

Un’altra grande differenza fra Europa e Stati Uniti è nei finanziamenti: “gli Usa hanno stanziato 2,5 miliardi di dollari per l’emergenza, un miliardo dei quali per vaccini e terapeutici; in Europa lo stanziamento finora è di soli 10 milioni”.

Per quanto riguarda le strutture, il ministero per lo Sviluppo Economico ha dato il via libera al co-finanziamento di un laboratorio GMP (Good Manufacturing Practices) per la produzione di questa tipologia di vaccini innovativi, “ma da mesi siamo in attesa del decreto per poter cominciare i lavori necessari”.

Isolato il ceppo italiano del coronavirus SarsCoV2

I ricercatori dell’Ospedale Sacco di Milano hanno isolato il ceppo italiano del coronavirus. Lo ha annunciato l’infettivologo Massimo Galli, dell’Università di Milano e primario dell’ospedale Sacco. Il risultato è stato ottenuto grazie a un lavoro intenso condotto dal gruppo guidato dall’immunologa Claudia Balotta e del quale fanno parte le ricercatrici Alessia Loi, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli, precarie, insieme al collega polacco Maciej Tarkowski e a Gianguglielmo Zehender.

TUTTE LE MISURE E I DOCUMENTI UFFICIALI

La situazione all’estero. Altri 47 decessi per il nuovo coronavirus sono stati registrati in Cina, che portano il bilancio delle vittime nel Paese a 2.835. Sono 427 i nuovi casi, in aumento rispetto ai 327 di ieri, portando il numero totale di contagi a 79.251. Una persona è morta a Pechino e un’altra nella provincia di Henan, mentre 45 sono i decessi nella provincia dello Hubei. Tutti i casi, tranne quattro, erano nello Hubei e 420 erano nella capitale, Wuhan. In Cina l’indice Pmi manifatturiero di febbraio è sceso ai minimi record di 35,7, da 50 di gennaio e a dispetto di 46 atteso dagli analisti, scontando l’impatto dell’epidemia.

LA MAPPA DELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS

 

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