mercoledì, Aprile 22, 2020

Covid: quanti soldi hanno finora donato gli italiani. La mappa per Regione

                                                                               di Domenico Affinito e Milena Gabanelli

Non è semplice ricostruire l’arcipelago delle donazioni per l’emergenza Covid, ma una prima mappatura ci permette di dare un’idea dell’enorme solidarietà che da ogni parte d’Italia si è levata a sostegno delle strutture ospedaliere e al Servizio Sanitario nazionale. Dataroom ha raccolto i numeri forniti dalle singole Regioni e delle Protezioni civili regionali, quelli dei grandi donatori, le donazioni fatte ai singoli ospedali dai privati, dei singoli istituti, fondazioni, grandi Ong e piattaforme di crowdfunding. Al 21 Aprile sono 525 milioni di euro. Da questa cifra sono escluse le raccolte delle piccole Ong, e le migliaia di iniziative locali che hanno attivato la propria raccolta fondi, o hanno donato attrezzature per dare una mano a singole strutture e alle necessità di chi si trova in prima linea contro il Sars-CoV2, ma che comunque alla fine saranno tutte rendicontate sui siti destinatari.

La mappa regionale delle donazioni

Le donazioni raccolte in denaro e in beni materiali direttamente acquistati per l’emergenza pandemia variano, chiaramente da regione a regione. Si è raccolto di più dove il virus ha colpito più duramente: in Lombardia si è arrivati a quasi 100 milioni di euro, a cui si sommano i 21 per l’ospedale Covid in Fiera e i 12 milioni del Comune di Milano. Oltre 75 milioni in Emilia Romagna, 57 milioni in Veneto, 22 in Lazio, circa 20 in Piemonte, 14 in Liguria, 8,5 in Toscana, 8 in Puglia e Campania, quasi 7 in Friuli, oltre 6 in Umbria e 6,5 nella sola provincia di Trento.

COME SARANNO USATI I SOLDI ZONA PER ZONA

Le raccolte nazionali

PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE

Il Dipartimento nazionale della Protezione civile nazionale ha raccolto sul proprio conto 127.772.368 euro, di cui 34 milioni già spesi per acquisto di Dpi e ventilatori polmonari.

CROCE ROSSA ITALIANA

A oggi sono 81 le aziende e gli enti che hanno già donato alla Croce Rossa Italiana per supportare le attività di contrasto all’emergenza Covid. A questi si aggiungono circa 12.000 piccoli donatori privati Sono 27 invece le realtà aziendali e gli enti che hanno fatto donazioni in beni e servizi, tra cui Ali Baba e Jack Ma Foundation e la Croce Rossa cinese che hanno fatto una donazione del valore di circa 3,5 milioni. Le donazioni in denaro già erogate e disponibili per la Cri ammontano a un totale di 12.945.939,53. I maggiori donatori sono stati Rolex con 2milioni, Coca Cola con 1,3 milioni; Credit Agricole e WindTre conun milione. I fondi liquidi saranno impiegati a seconda dei vincoli indicati dal donatore e comunque in risposta ai fabbisogni che emergono del territorio. Quelli impiegati finora sono stati usati per l’acquisto di Dpi, ambulanze per trasporto in emergenza e ad alto bio contenimento, veicoli, materiali sanitari, prodotti per l’igienizzazione e disinfezione, strumentazione e materiali per ospedale da campo, materiali elettromedicali, ventilatori polmonari, materiali di alto bio contenimento e aiuti alle famiglie attraverso buoni spesa e derrate alimentari.

CARITAS

La campagna lanciata da Caritas Italiana ha raccolto 14 milioni dalla Conferenza Episcopale Italiana e provenienti da donazioni e otto per mille e 1,1 milioni di euro attraverso 350 donazioni (compresi i 100 mila euro donati da Papa Francesco). I fondi saranno destinati a sostegno di poveri e bisognosi (4 milioni saranno destinati alle Caritas diocesane maggiormente colpite dall’emergenza) e per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale. A livello regionale e diocesano ogni Caritas si è poi attivata lanciando iniziative di raccolta fondi, beni alimentari e generi vari (le Caritas diocesane hanno segnalato un aumento delle richieste di aiuti alimentari dal 20% al 50%). Oltre due milioni di euro sono stati immediatamente erogati: 10.000 euro per ogni Diocesi, per le necessità più urgenti alle comunità. Tra i principali sostenitori anche la Società Italiana di Microchirurgia e Fondazione Barilla. E con beni materiali Sofidel, Galbusera, Bauli, Coop Alleanza 3.0, Esselunga. La Presidenza Cei ha anche messo a disposizione altri 6 milioni di euro extra per i Paesi del Terzo Mondo colpiti da virus.

CORRIERE/GAZZETTA/LA7

L’iniziativa benefica del Corriere della Sera, della Gazzetta dello Sport e de LA7 ha raccolto finora 2,9 milioni. I fondi già stanziati sono: 247.567,80 all’Ospedale Sacco di Milano, 500 mila all’Ospedale Niguarda di Milano, 498.493 euro alla Fondazione per l’Ospedale dei bambini Buzzi di Milano, 300mila euro agli Spedali civili di Brescia, 297.600 euro al Covid Hospital di Schiavonia (Padova), 61.490 all’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo. C’è poi la donazione di 100 mila euro da parte di un cittadino tedesco che vive in Svizzera con la causale «Da un tedesco che ama gli italiani».

 

I grandi donatori

Molte delle donazioni raccolte da regioni ed enti nazionali arrivano dai protagonisti dell’economia del Paese. Banca Intesa ha messo a disposizione 110 milioni di euro, Eni 35 milioni, Banca d’Italia 20,9 milioni, Enel Cuore 23, Unipol 21, Snam 20 e Ferrero 15. Dieci milioni a testa sono stati devoluti da Lavazza, Berlusconi, Agnelli, Giuseppe Caprotti e Moncler. Cinque a testa da Della Valle, Ubi Banca, Atlantia, Reale Group, Tecno Holding (sistema Camere di commercio). Tre milioni e mezzo da Amazon e Bnp Paribas e 3 a testa da Zegna, Chiesi, Gavio, Conad, Benetton e De Longhi. Amadori ha donato 2,2 milioni . Due milioni a testa hanno donato Armani, Gucci, AstraZeneca, Barilla, A2A, Gruppo Perfetti Van Melle, Rovati e Rolex. Un milione e mezzo Edison, Gruppo Vegè. 1,3 milioni Coca Cola. Con un milione ciascuno, infine, Findus, Gsk Italia, Credit Agricole, Nexi, McDonald’s Italia, Angelini, Famiglia Polegato (Geox), Saras (Moratti), Zoppas, Novartis, Unicredit, Campari, Deloitte, Caleffi, Bracco, Mayhoola (Valentino, Pal Zileri) e WindTre.
Ci sono poi i grandi benefattori che hanno preferito l’anonimato. Dall’elenco , mancano i donatori internazionali , o che hanno reso disponibili fondi a sostegno dei redditi dei propri dipendenti. Val la pena di elencare i detenuti del carcere di Ragusa: hanno fatto una colletta, raccogliendo 573 euro da donare all’Ospedale di Modica, «con la speranza – scrivono in una lettera – che questo brutto calvario finirà presto».

Il web dà una mano

Molte delle raccolte lanciate dalle aziende sanitarie territoriali e dagli ospedali pubblici e privati sono passate dal web. La piattaforma che ne ospita di più è Gofundme con oltre 15 milioni di euro raccolti attraverso 600.000 donazioni (il sito trattiene una commissione del 3,15%). La piattaforma è stato accusata, tra l’altro, di pratica commerciale scorretta dall’Antitrust perché l’interfaccia del sito può portare in errore l’utente e versare un ulteriore mancia alla piattaforma stessa (che può arrivare al 10%). Altri 3.027.925 euro sono transitati da Forfunding (la piattaforma di Banca Intesa, che non ha commissioni) con un totale di 16.236 donazioni (compresi i 420.273 euro per l’ospedale da campo di Bergamo promossi dal Cesvi). 1.693.796 euro arrivano da la Rete del dono, che ha una commissione del 3%. Circa 300 mila euro la piattaforma Tinaba, l’unica che ha zero commissioni.

 

Chi risponde dei soldi raccolti

Sulla programmazione e distribuzione ci sono differenze fra regioni, come abbiamo visto, c’è chi ha già proceduto agli acquisti e chi non ha ancora pianificato l’utilizzo delle donazioni. Per i soggetti pubblici ci sono di vincoli: sono tutte donazioni extrabilancio che vanno destinate solo a fronteggiare le necessità legate alla pandemia. A rispondere in prima persona della buona gestione e rendicontazione di come viene speso il denaro, a seconda delle Regioni, sono le giunte e i dirigenti amministrativi, le unità di crisi e i direttori amministrativi delle diverse strutture destinatarie. In Emilia Romagna e in Veneto sono il Presidente Bonaccini e Zaia a fare da garanti. La provincia autonoma di Trento ha affiancato un comitato di rappresentanti dei donatori, a garanzia dell’uso corretto dei fondi.

Rendiconto e trasparenza

Sull’aspetto della trasparenza, questa volta, c’è un punto fermo: l’art. 99 del DL 18 marzo 2020 numero 18, il cosiddetto «Cura Italia», prevede che al termine dello stato di emergenza nazionale la rendicontazione sia pubblicata da ciascuna pubblica amministrazione sul proprio sito internet. Alcune regioni, (Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta, Campania, Sardegna, Friuli Venezia Giulia), piattaforme e Ong stanno già pubblicando, mano a mano i dati dei fondi raccolti, le altre, man mano stanno allestendo una sezione dedicata con tutti i dati.

 

22 aprile 2020 | 00:11

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