mercoledì, Settembre 22, 2021

Dati ISTAT nel 2020 deficit/Pil al 9,6%. Pressione fiscale in rialzo al 42,8%

Confermato -8,9% Pil 2020, crollano investimenti

Redazione ROMA 22 settembre 2021 10:34 NEWS

Nel 2020 il rapporto deficit/Pil dell’Italia si è attestato a 9,6%, contro il 9,5% stimato dal Def. Più basso delle stime, invece, il rapporto debito/Pil, certificato dall’Istat a 155,6% contro le stime precedenti che lo davano a 155,8%.

E’ quanto si legge nei Conti Economici Nazionali dell’Istat per lo scorso anno, che stima un deficit primario al 6,1% del Pil dopo un calo di circa 57 miliardi di euro delle entrate correnti e un aumento di circa 46,8 miliardi delle uscite correnti per far fronte allo shock pandemico.

La pressione fiscale complessiva nel 2020 è risultata pari al 42,8 %, in aumento rispetto al 42,4% dell’anno precedente, anche se inferiore a quanto stimato nell’ultimo Def (43,1%). Lo certifica lIstat nei Conti economici nazionali sull’anno scorso, motivando l’aumento con “la minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,7%) rispetto a quella del Pil.

Nel 2020 l’economia italiana ha subito una “contrazione di entità eccezionale” pari a -8,9%: lo certifica lIstat nei Conti economici nazionali, confermando le stime precedenti e rivedendo in meglio, a 0,4% da 0,3%, la crescita 2019 dopo una revisione dei dati statistici.

                               ANSA/CLAUDIO PERI

L’anno segnato dalla Pandemia ha visto un crollo degli investimenti fissi lordi del 9,2%, dei consumi finali nazionali del 7,8%, dell’export pari al 14,0%. Per le Società non finanziarie, segnala lIstat, gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dell’11,6%, portando il tasso d’investimento al 21% dal 21,5% del 2019.

La quota di profitto (espressa come rapporto tra risultato lordo di gestione e valore aggiunto lordo ai prezzi base) è salita al 43,0% dal 42,5% dell’anno precedente. Il valore aggiunto in volume dell’insieme dell’economia ha segnato un calo dell’8,7%, con un -6,3% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, -10,9% nell’industria, -6,4% nelle costruzioni e -8,3% nei servizi, dove l’unico incremento si registra nei servizi di informazione e comunicazione (+1,8%); il calo più significativo ha riguardato il comparto che raggruppa commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e di ristorazione (-16,6%).

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