sabato, Marzo 18, 2023

Guerra Ucraina-Russia, le notizie in diretta del 18 marzo | Corte penale internazionale: «Putin può essere processato come i nazisti e Milosevic».

ESTERO

Le notizie sulla guerra di sabato 18 marzo, in diretta. Zelensky ringrazia la Corte Penale iInternazionale: «Una decisione storica da cui partirà la responsabilità storica».

Lorenzo Cremonesi, inviato, e Redazione Online

  Russian President Vladimir Putin (EPA/PAVEL)

(Gianluca Mercuri) Lo scontro tra Occidente e Russia si è dunque allargato: questo vuol dire il mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte penale dell’Aja contro Vladimir Putin , accusato di crimini di guerra «per aver deportato bambini e adolescenti ucraini in Russia».

Una svolta politica importante come una svolta bellica: d’ora in poi, se mai lo fosse stata prima, non è più nemmeno ipotizzabile una pace con «questa» Russia, non certo una pace vera e definitiva.

Il leader del Cremlino reagisce con disprezzo, ma anche per lui da ieri le cose non stanno più come prima.

Il colpo a Putin arriva alle 4 del pomeriggio di ieri, quando tre giudici tra cui l’italiano Rosario Aitala  hanno preso la storica decisione che, in ogni caso, segnerà il conflitto e i suoi postumi.

Punto per punto:

•Wanted Il presidente russo è ufficialmente ricercato insieme a Maria Lvova-Belova, la commissaria di Mosca per i diritti dei bambini, la persona che ha organizzato la loro deportazione, sotto forma di trasferimento presso orfanotrofi e famiglie russe.

•Quanti sono i bambini deportati? Oltre 16 mila secondo gli ucraini, almeno 6 mila secondo i rapporti internazionali. Nell’ordine di catturaspiega Fiorenza Sarzanini, «sono elencati i casi già accertati attraverso le testimonianze dei genitori, dei familiari, degli stessi ragazzi che sono riusciti a ritornare in Ucraina. L’indagine si è concentrata su chi è stato strappato alle famiglie, ma anche sugli orfani che sono stati chiusi nelle strutture russe per essere “educati”. La maggior parte proviene dal Donbass». Per Lorenzo Cremonesi, «si parla di numeri compresi tra 6.000 e 13.000 casi, ma quelli documentati concretamente pare siano circa 600».

•Perché la provenienza è fondamentale? Perché questo reato è contestabile solo se commesso in territori occupati, quindi «è indispensabile ricostruire la storia di ogni bambino e adolescente coinvolto».

•Dove sono finiti i bambini? Gli investigatori hanno individuato «43 strutture di detenzione e rieducazione, di cui 12 attorno al Mar Nero, 7 nella Crimea occupata, 10 attorno alle città di Mosca, Kazan ed Ekaterinburg, mentre gli altri nelle regioni dell’Estremo Oriente russo, di cui 2 in Siberia».

•Perché questa accusa e non quella di genocidio? Intervistato da Marta Serafini, lo ha spiegato Cuno Tarfusser, il giudice della Corte Penale Internazionale che firmò i mandati di cattura contro Gheddafi e il sudanese Bashir: «L’accusa di genocidio è la più difficile da provare perché deve essere dimostrata la volontà di annientare un altro popolo. La Corte non deve riscrivere la Storia. Ha il compito di giudicare i più alti in grado nella catena militare e politica. Dunque, il Procuratore parte dai crimini che è più facile provare. Ecco perché le deportazioni dei bambini. Conta anche l’impatto emotivo di un’accusa del genere».

•Cosa rischia Putin? In teoria, può essere arrestato appena mette piede in uno dei 123 Paesi che hanno ratificato  lo Statuto di Roma che istituì l’organismo internazionale nel 1998 (qui la Corte penale dell’Aja spiegata da Claudio Del Frate). Hanno proprio l’obbligo giuridico di farlo. Putin starà accorto, ma intanto, spiega Tarfusser, «dopo le sanzioni economiche, le sanzioni politiche, l’isolamento diplomatico, ora deve muoversi tenendo conto anche di quest’ulteriore ostacolo». Una situazione che in passato ha logorato altri dittatori. Aggiunge Lorenzo Cremonesi: «Da aspirante zar del prossimo impero russo, deciso a riconquistare l’influenza perduta nelle province dell’ex Unione Sovietica, si trasforma in un leader-paria in decadenza, indebolito dalle conseguenze di quella stessa guerra che nei suoi piani avrebbe dovuto riportare Mosca a trattare alla pari con Washington e Pechino».

•Come ha reagito Mosca? L’ex presidente Medvedev ha definito la mossa del Tribunale «semplicemente carta igienica». Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov sottolinea che il suo Paese non riconosce la Corte e quindi per la Russia le sue delibere «sono nulle e non avvenute».

•E l’Ucraina? Grande festa: il presidente Zelensky parla di «decisione storica».

•Ma quali saranno le conseguenze sulle ipotesi di pace? Certamente le allontana: non si firma una pace con un leader accusato di crimini di guerra. Che il conflitto si avvii verso una fase di recrudescenza lo ha spiegato Giuseppe Sarcina, che ha raccontato la decisione di Joe Biden di tentare «la spallata per sconfiggere l’armata putiniana in Ucraina». Quando? A maggio, «il tempo necessario per far confluire in Ucraina centinaia di carri armati e veicoli blindati».

•Perché questa accelerazione? Perché «i generali del Pentagono ritengono che l’Armata putiniana e le milizie mercenarie della Wagner siano allo stremo e a corto di armi». Ma siccome «anche il blocco occidentale potrebbe presto avere problemi nell’assicurare continuità ai rifornimenti», la necessità di bruciare i tempi è duplice.

•Vuol dire che gli americani cercano lo scontro totale? Risposta in una parola: no. Infatti anche dopo l’abbattimento del loro drone da parte dei russi, martedì, i due ministri della Difesa si sono sentiti. «Il messaggio del Pentagono è duplice: cercheremo di vincere la guerra in Ucraina, ma non vogliamo lo scontro diretto con Mosca».

La via d’uscita più plausibile resta dunque quello che gli esperti chiamano «compromesso sporco» che congeli il conflitto. Non prima di aver inflitto ai russi e al loro sempre più impresentabile leader la necessaria «spallata».

(Questa analisi è tratta da PrimaOra, la newsletter del Corriere della Sera:e l per riceverla basta iscriversi a Il Punto, e lo si può fare qui)

Il gruppo Wagner recluterà circa 30 mila nuovi combattenti entro la metà di maggio: lo ha annunciato lo stesso capo di Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un messaggio vocale pubblicato su Telegram. Lo stesso Prigozhin ha aggiunto che la Wagner recluta in media fra le 500 e le 800 persone al giorno, ma che arriva anche a 1.200. «È possibile che questo numero di reclute diminuisca dopo qualche tempo; tuttavia, entro la metà di maggio, prevediamo che il numero di combattenti dell’unità aumenterà di circa 30.000 unità», ha detto Prigozhin in un messaggio audio. La scorsa settimana, Prigozhin aveva detto che i reclutamenti avvengono in 42 città russe.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha approvato sanzioni contro 141 entità giuridiche e 300 persone, tra cui il presidente siriano Bashar al Assad. Lo riporta il quotidiano «Kiev Indipendent», secondo cui nella lista delle persone sanzionate figurano anche il primo ministro Hussein Arnous e del ministro degli Esteri Faisal Miqdad. La misura segue il sostegno espresso da Assad all’operazione militare speciale russa e il riconoscimento dei nuovi confini indicati dalla Russia dopo la conquista di parte del territorio ucraino.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l’estensione dell’accordo sul grano ucraino che scade stanotte a mezzanotte. Il presidente turco non ha specificato il periodo di tempo, ma da Kiev il ministro delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov fa sapere che l’accordo è stato prorogato per 120 giorni. Mosca sostiene invece che l’accordo valga solo per altri 60 giorni. Su twitter, Kubrakov ha ringraziato Erdogan, Antonio Guterres e tutti i `nostri partner´: «Grazie ai nostri sforzi congiunti, 25 milioni di tonnellate di grano ucraino sono state consegnate ai mercati mondiali».

Kubrakov, aggiunge che adesso «la sfida principale è accelerare le ispezioni delle navi in Turchia. Ciò consentirà al mondo di ottenere ancora più prodotti agricoli ucraini». Su Facebook Kubrakov scrive che si continua «a lavorare per coinvolgere i porti della regione di Mykolaiv nell’iniziativa sul grano e per ampliare la gamma di merci». «L’Ucraina è stata e rimane saldamente radicata nell’economia e nei mercati globali», ha concluso il vicepremier ucraino.

Gli Stati Uniti hanno confermato che munizioni cinesi sono state utilizzate nei campi di battaglia in Ucraina e sospettano che siano state sparate dalle forze russe, hanno dichiarato fonti governative alla pubblicazione giapponese Kyodo news. Il governo Usa ha stabilito che le munizioni trovate in Ucraina sono state prodotte in Cina dopo averne analizzato la composizione e altri fattori, hanno dichiarato le fonti, ma non hanno rivelato il tipo di munizioni trovate. Non è ancora chiaro se le munizioni siano state fornite dalla Cina. «È qualcosa su cui siamo vigili e che continuiamo a osservare con attenzione», ha detto ai media giapponesi un funzionario del Dipartimento di Stato americano. Secondo le fonti, gli Stati Uniti hanno informato alcuni dei loro partner. La conferma è arrivata mentre il Presidente cinese Xi Jinping sta per volare a Mosca per una visita di Stato a partire da lunedì.

Il presidente russo Vladimir Putin si è recato in visita in Crimea in occasione del nono anniversario dell’annessione della regione alla Russia. Lo mostrano alcuni filmati mandati in onda dalle emittenti televisive locali, come riporta l’agenzia Tass. Come aveva annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, Putin dovrebbe prendere parte all’inaugurazione di un importante sito storico-culturale.

Sabato 18 marzo 2013

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