martedì, Aprile 14, 2020

I cinque punti per riaprire l’Italia e convivere con il Covid-19 gestendo la pandemia. La proposta degli scienziati

La proposta scientifica per la creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile è stata lanciata su Medical Facts, magazine online di informazione scientifica con la direzione di Roberto Burioni.

di TiscaliNews
Cinque punti per riaprire l’Italia e convivere con il Covid-19 gestendo in modo sicuro la transizione da pandemia a endemia. La proposta scientifica per la creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile è stata lanciata su Medical Facts, magazine online di informazione scientifica con la direzione di Roberto Burioni e firmata tra l’altro da Pier Luigi Lopalco dell’Università di Pisa, dagli Ordini dei medici (Fnomceo), dalla Federazione dei medici di famiglia, dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.

Articolazione Regionale

Per “gestire in modo sicuro la transizione da pandemia a endemia”, secondo gli esperti è necessario realizzare “questa nuova struttura, con chiare articolazioni regionali, che prevediamo operare sotto il coordinamento di Protezione civile e ministero della Salute e il supporto tecnico dell’Istituto superiore di sanità (Iss)”, e che dovrà avere alcune caratteristiche generali, fra cui innanzitutto la “capacità e risorse per poter eseguire un altissimo numero di test (almeno nell’ordine di molte migliaia alla settimana) sia virologici che sierologici nella popolazione generale asintomatica”.

Investimento in risorse

“Non sfugge, ovviamente, alla nostra attenzione – scrivono medici ed esperti – che un simile ambizioso progetto di struttura di monitoraggio e risposta flessibile (Mrf) al rischio di ritorno dell’infezione da Sars-Cov-2, che sia rigorosamente ‘data-driven’, rappresenti un investimento significativo di risorse, necessarie alla sua rapida implementazione nei prossimi quattro-sei mesi (personale, infrastruttura, test, analisi)”, sottolineano “consapevoli che la creazione di questa struttura richiederà la definizione circostanziata di un perimetro normativo, entro cui operare, quanto più possibile in armonia e sinergia con le rilevanti entità politiche, amministrative, sanitarie e tecnico-scientifiche, a livello sia nazionale che loco-regionale”.

Piano di limitazione

Nella proposta si evidenzia come “il rafforzamento del sistema sorveglianza-risposta a livello sanitario dovrà essere accompagnato da un piano complessivo di limitazione del rischio di attivazione di focolai epidemici nei luoghi di lavoro e nel sistema educativo scolastico. Tale piano dovrà prevedere una profonda ristrutturazione delle procedure e delle attività, che dovranno essere ridisegnate al fine di limitare la diffusione di virus respiratori”.

“Mentre una dettagliata valutazione economica e normativa del corrente progetto esula dallo scopo di questa prima esposizione della proposta, riteniamo tuttavia che questo possa essere un ragionevole percorso, dal punto di vista epidemiologico e virologico, per il ritorno alla normalità durante il forzato periodo di convivenza con il coronavirus che, speriamo, sarà quanto prima interrotto dall’arrivo di un vaccino”, affermano.

Decisive le prossime settimane

Per i medici e gli esperti che hanno messo a punto la proposta, è “necessario riflettere fin da adesso su come meglio emergere dalla attuale fase di isolamento della popolazione, dalla quale pensiamo si debba uscire non appena si osserveranno 2-3 settimane di un trend stabile verso un numero molto basso di contagi e morti”. Il passaggio dalla fase “pandemica” di Covid-19 a quella “endemica”.

I cinque punti

1 – “Capacità e risorse per poter eseguire un altissimo numero di test (almeno nell’ordine di molte migliaia alla settimana) sia virologici che sierologici nella popolazione generale asintomatica, con rapidissime procedure di autorizzazione da parte del Governo centrale e dai singoli governi regionali, da utilizzare in caso di segnale di attivazione di nuovi focolai epidemici.

2 – Struttura di sorveglianza centrale potenziata presso l’Iss, che sia responsabile sia dell’analisi dei dati in tempo ‘quasi-reale’, sia della loro presentazione da parte del ministero della Salute, a frequenza regolare, al Governo, al Parlamento e agli organismi sanitari sovranazionali”.

3 – Rafforzamento della capacità regionale di sorveglianza epidemiologica, sotto forma di centri periferici di monitoraggio a diffusione capillare sul territorio e con messa a punto di sistemi di ‘epidemic intelligence’, che rilevino precocemente ogni segnale di accensione di focolai epidemici.

4 – Mandato legale di proporre in modo tempestivo e possibilmente vincolante provvedimenti flessibili in risposta a segnali di ritorno del virus, tra cui forme di isolamento sociale (sospensione di attività, eventi sportivi, scuole), gestione di infetti e contatti (anche attraverso appropriate tecnologie come smart phone, App, come già sperimentato a Singapore e in Corea), potenziamento di specifiche strutture sanitarie.

5 – Condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare i danni potenziali sia dell’allarmismo esagerato che della sottovalutazione facilona o addirittura negazionista.

14 aprile 2020

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