mercoledì, Marzo 1, 2023

L’ Istat: il rapporto tra deficit e Pil peggio del previsto per colpa del Superbonus………….

I DATI L’ Istat: il rapporto tra deficit e Pil peggio del previsto per colpa del Superbonus

di Redazione Economia

L’Istat ritocca al ribasso i dati sulla crescita 2022. Il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.909.154 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente e del 3,7% in volume. Meno di quanto prevedevano le stime diffuse il 31 gennaio scorso che indicavano una crescita dell’economia del 3,9%. I dati di mercoledì 1° marzo, in ogni caso, sono in linea con le stime della Nadef che a novembre scorso aveva fissato la crescita 2022 proprio al 3,7%. In controtendenza rispetto all’andamento generale, nel 2022 cala dell’1,8% su base annuale il valore aggiunto dell’agricoltura per effetto dell’aumento dei costi energetici e dellimpatto dei cambiamenti climatici, tra maltempo e siccità, evidenzia la Coldiretti.

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Deficit all’8%

Nel 2022 il rapporto deficit/Pil italiano si è attestato all’8% contro le stime della Nadef del 5,6%. L’Istat evidenzia che sul calcolo ha pesato l’impatto dei crediti d’imposta, in particolare del Superbonus. La stessa voce ha portato anche ad una revisione peggiorativa dei dati 2020 e 2021, pari rispettivamente a -0,2 e -1,8 punti percentuali. Nel 2020 il deficit si è attestato quindi al 9,7% del Pil (dal 9,5% stimato a settembre scorso) e nel 2021 al 9,0% (dal 7,2% stimato a settembre). Ma perché il Superbonus ha un impatto negativo su deficit e debito del 2022? Come ha spiegato Federico Fubini in questo articolo, Eurostat, l’agenzia statistica europea, ha messo l’Italia di fronte a un bivio: iscrivere i 120 miliardi di euro di crediti d’imposta già generati nei deficit del 2023 e degli anni successivi oppure iscriverli a deficit fra il 2020 e il 2022, quando i crediti d’imposta furono generati. Il governo ha optato per quest’ultima soluzione, decidendo di iscrivere gli oneri nei deficit degli anni fra il 2020 e l’inizio del 2023.

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BONUS CASA

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«Il governo sta preparando l’ennesima retromarcia, questa volta sul Superbonus, per consentire la cedibilità dei crediti per gli incapienti, le case popolari, le onlus e per il pacchetto relativo al Sismabonus. Istat ha confermato che il Superbonus e più in generale la cessione dei crediti fiscali sono da considerare “pagabili”, hanno quindi un effetto sul deficit per gli anni dal 2020 al 2022, ma non hanno ricadute sul debito pubblico e soprattutto non intaccano gli esercizi futuri», dice il senatore M5S, Stefano Patuanelli, commentando, in un post su Facebook, i dati diffusi dallIstat. «Il grande buco che ha sfasciato i conti pubblici, dunque, non è mai esistito. Sappiamo già cosa tuttavia succederà da qui a breve, ovvero che il governo sosterrà a reti unificate che quei brutti e cattivi del Movimento 5 Stelle hanno sfasciato i conti pubblici», continua Patuanelli.

Pressione fiscale al 43,5%

Nel 2022 la pressione fiscale complessiva è risultata pari al 43,5%, in aumento rispetto all’anno precedente, per effetto della crescita delle entrate fiscali e contributive (+7%) superiore rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (+6,8%). Le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute del 7,9% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul Pil è pari al 48,8%. Le entrate correnti hanno registrato un aumento del 7,1%, attestandosi al 47,9% del Pil. In particolare, le imposte dirette sono cresciute dell8,5%, principalmente per l’aumento dell’Irpef e dellIres.

01 mar 2023

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