lunedì, Dicembre 30, 2019

MF ONLINE-Ecco i numeri del Cnel che Renzi voleva abolire

Dai dati 2019 emerge notevole richiesta di partecipazione. Dodici nuovi disegni di legge in aggiunta ai 22 depositati nei 60 anni precedenti di attività, 39 atti ufficiali di cui 20 indirizzati a governo e Parlamento, 187 iniziative ospitate nelle sale di Villa Lubin con oltre 11mila partecipanti, 78 audizioni. Per il 2020 priorità a welfare, produttività ed Europa

 MilanoFinanza del 30/12/2019 12:14  di Mauro Romano

Doveva essere abolito con la riforma costituzionale del 2016, bocciata con i referendum, e in Parlamento giace un disegno di legge per cancellalarlo una volta per tutte. Intanto a Villa Lubin il Cnel sta intensificando gli sforzi per dimostratre di avere ancora il ruolo che i costituenti gli avevano affidato. Soltanto nell’ultimo anno sono stati 12 i disegni di legge presentati, in aggiunta ai complessivi 22 depositati nei 60 precedenti di attività. Il bilancio del 2019 include anche 39 atti ufficiali di cui 20 indirizzati a Governo e Parlamento nella forma di osservazioni e proposte, 187 iniziative ospitate  con oltre 11mila partecipanti, 78 audizioni di organizzazioni rappresentative su temi d’attualità, ma soprattutto oltre 25mila questionari compilati dai cittadini nelle prime due consultazioni pubbliche, su futuro dell’Europa e sicurezza stradale.

A questi bisogna aggiungere i numeri dell’Archivio Nazionale Contratti (909 accordi registrati) e quelli dell’attività internazionale nell’ambito del  Cese, il Comitato Economico e Sociale Europeo, che nel giugno scorso ha scelto proprio l’Italia per la sua Assemblea annuale.

“L’adesione dei cittadini alle due consultazioni pubbliche condotte, con il contributo dei corpi intermedi, è stata rilevante se paragonata ad iniziative analoghe di altri Paesi o della stessa UE e sta a dimostrare da un lato che esiste una preziosa domanda di partecipazione e dall’altra che sussiste una capacità operativa del Cnel di intercettarla ed inserirla nei propri processi istruttori”, spiega il presidente Tiziano Treu.

“Il principio di programmazione ha costituito l’elemento fondante di ogni nostra azione, sul piano organizzativo, funzionale e istituzionale. Allo stesso tempo è stata  attuata una riforma generale dei regolamenti del Consiglio che fosse improntata al superamento di ogni ostacolo rilevato sul percorso di un pieno recupero di operatività, previa attivazione di una notevole fase consultiva, tra gli altri dell’Avvocatura generale dello Stato e del Consiglio di Stato, che preparasse il terreno per un intenso esercizio di compiti affidati al CNEL dalla nostra Costituzione”.

Da gennaio, aggiunge l’ex ministro, il Cnel si impegnerà su tre fronti. Si tratta di welfare e pensioni con il gruppo tecnico che lavorerà a una proposta legislativa, delle difficoltà del sistema produttivo, attraverso la costituzione di un  board della produttività assieme alle istituzioni competenti.  E infine darà sostegno alla conferenza sul futuro dell’Europa, proposito già condiviso con il ministro per gli Affari comunitari, Enzo Amendola. 

Condividi su: