martedì, Dicembre 20, 2022

Roma, accuse di corruzione al Tar: «Tedeschini e Sicco puntavano alle nomine per il Pnrr»……………

   CRONACA

Inchiesta sulle sentenze pilotate. Due avvocati agli arresti domiciliari e un magistrato sospeso.

di  Ilaria Sacchettoni

Tra gli obiettivi del professor Federico Tedeschini e dell’avvocato Pierfrancesco Sicco, ora agli arresti domiciliari per corruzione in atti giudiziari, c’era, secondo i magistrati romani, la volontà di interferire con le centrali del potere romano. E se il primo puntava ad accrescere ulteriormente prestigio e autorevolezza del proprio studio professionale, l’altro non disdegnava il lato più strettamente remunerativo della faccenda, premendo per ottenere soldi o incarichi da Tedeschini. 

A completare lo scenario affaristico tre interdittive, eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, che hanno sospeso per un anno le carriere professionali di Gaia Checcucci, commissario ad acta dellAto di Imperia e sentimentalmente legata a Sicco, Gianmario Covino, avvocato amministrativista dello studio Tedeschini, e Silvestro Maria Russo, giudice del Tar del Lazio in cerca di ulteriore visibilità. Manovre «ordinarie», dunque, per pilotare provvedimenti amministrativi. E manovre meno ordinarie per influenzare «la nomina ai vertici delle unità di struttura per la realizzazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza)».

Nati dalle intercettazioni di un’altra inchiesta dei pm Gennaro Varone e Fabrizio Tucci, gli approfondimenti hanno fatto luce su incarichi di consulenza (del valore di 149 mila euro) in assoluta opposizione alle linee guida dellauthority anticorruzione veicolati dalla coppia Sicco-Checcucci allo studio Tedeschini, che a sua volta avrebbe dovuto poi farne «rimbalzare» una parte al figlio di Sicco, Leonardo.

All’ordine del giorno le manovre per avvicinare segmenti influenti delle istituzioni come accade quando Tedeschini si serve dell’avvocato dello Stato Maurizio Greco (non indagato) per ottenere un appuntamento con Francesca Quadri, capo di gabinetto del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale che avrebbe potuto aiutare Checcucci «a essere nominata capo dipartimento della struttura per il Pnrr». Al limite della confessione l’intercettazione nella quale Tedeschini, invitando Covino a una cena con Greco e Quadri, scherza: «Me l’ha chiesto la Checcucci… la Checcucci e Maurizio… è una marchetta… mo’ ci danno il traffico di influenze».

Non manca, in questo scenario scandito da avvicinamenti continui e captatio silenziosela ricerca di intermediari d’eccezione. Ruolo ricoperto dal giornalista Augusto Minzolini (non indagato) interpellato per sponsorizzare con il Presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini il giudice Russo. Una mediazione destinata allinsuccesso tuttavia, come fa mettere a verbale lo stesso Frattini ascoltato dai pm qualche mese fa. 

La promozione di Russo fallisce, spiega Frattini, perché «al dottor Russo era stato riconosciuto un punteggio inferiore in ragione di alcuni ritardi nel deposito di provvedimenti». Tuttavia il magistrato accoglie, almeno in un caso, le richieste di Tedeschini al quale accorda una soluzione nel caso relativo alla «Riqualificazione urbanistica e funzionale del nodo Termini e di piazza dei Cinquecento». Ancora una volta l’intercettazione si rivela importante: «Ho trovato una soluzionedice Russo a Tedeschini per quella cosa che poi trattiamo mercoledì: io ti farò una domanda sulla illuminotecnica e a che serve nelleconomia dell’appalto…».

 Severo il provvedimento della gip Roberta Conforti, che a proposito di una presunta corruzione andata avanti per lungo tempo dice: «La reiterazione delle condotte nel tempo, la “professionalità” dimostrata mettendo in campo le proprie conoscenze tecnico-giuridiche piegate al raggiungimento dei loro illeciti obiettivi… sono elementi che consentono di escludere la episodicità del fatto e che inducono a ritenere altamente probabile la reiterazione del reato». Sconsolato, Leonardo Sicco avvertiva il padre della pericolosità dei loro comportamenti: «Stiamo andando un po’ troppo incauti…». Invano. 

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