giovedì, Marzo 30, 2023

Senza gara due appalti su tre…………

AUTORITA’ NAZIONALE ANTICORRUZIONE ANAC SEDE PALAZZO SCIARRA TARGA

Oltre il 64% dei contratti pubblici potrà essere affidato direttamente, senza neanche acquisire due preventivi. La disciplina del nuovo codice insiste sulla semplificazione delle procedure di gara, in particolare rendendo ordinarie le soglie per gli affidamenti diretti

da del 30/03/2023

di Andrea Mascolini

Oltre il 64% dei contratti pubblici potrà essere affidato direttamente, senza neanche acquisire due preventivi. E’ questo l’effetto della nuova disciplina delineata, a regime (ma entrerà in vigore dal primo luglio) nel Decreto Legislativo del Nuovo Codice Appalti, approvato martedì dal governo.

La disciplina del Nuovo Codice insiste particolarmente sulla semplificazione delle procedure di gara, in particolare rendendo ordinarie le soglie per gli affidamenti diretti, senza neanche una negoziazione, previste dalla decretazione di urgenza emessa per il Covid 19 e per gli interventi del Pnrr.

Ne risulta un quadro in cui, per servizi e forniture, le Amministrazioni Pubbliche potranno affidare direttamente fino a 140.000 euro incarichi, senza neanche la consultazione di più operatori economici (chiedendo ad esempio due o tre preventivi); si potrà inoltre esperire la procedura negoziata senza bando, previa consultazione di almeno cinque operatori economici individuati in base ad indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici da 140.000 euro e fino a 215.000 euro, con aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; al di sopra della soglia Ue dei 215.000 euro si potranno esperire le usuali procedure di gara: procedura aperta, procedura ristretta, procedura competitiva con negoziazione, dialogo competitivo e partenariato per l’innovazione.

Per i lavori le soglie sono invece diverse: fino a 150.000 euro per l’affidamento diretto anche senza consultazione di più operatori economici; tra 150.000 euro e un milione si utilizzerà con la procedura negoziata senza bando, previa consultazione di almeno 5 operatori economici; tra 1 milione e 5,3 milioni di euro sempre la procedura negoziata senza bando, previa consultazione di almeno 10 operatori economici; oltre 5.350.000,00 euro le procedure usuali.

Prendendo i dati dell’ultima quadrimestrale Anac (maggio – agosto 2022) si nota che Il mercato dei contratti pubblici oltre 40.000 euro (stando ai dati dell’ultima quadrimestrale dell’Anac relativa ad aprile-maggio 2022) ha riguardato 64.727 procedure di gara; di queste le procedure di importo fino a 150.000 sono state 42949. Di fatto quindi il 66,3% dei contratti potranno essere affidati direttamente, ad personam. Sono invece 1917 i contratti oltre i 5 milioni; di fatto il 96,3% del mercato è sotto i 5 milioni di euro. Una situazione che il Presidente dell’Anac, Giuseppe Busia (in foto) segnala come molto preoccupante in un intervento di questa mattina ad una trasmissione radiofonica, dopo avere dato atto che “la principale ‘luce’ del nuovo Codice degli appalti è la digitalizzazione, che obbliga a trasparenza e partecipazione”. Ad avviso del Presidente dell’Authority la principale ‘ombra’ è che        ” sotto i 150.000 euro si dà mano libera, si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete, il che vuol dire che si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio. Sotto i 150.000 euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema, soprattutto nei piccoli centri”.

Anche l’Associazione dei Costruttori, Ance, con la Presidente Federica Brancaccio (in foto), tocca il tema della concorrenza ma con riguardo alla disciplina dei settori speciali (acqua, energia e trasporti) dopo avere registrato “con favore le modifiche su illecito professionale e revisione prezzi, anche se va ancora affinato il meccanismo di revisione per renderlo veramente automatico ed efficace”, ma “restano però perplessità sulla concorrenza, in particolare nei settori speciali che di fatto potrebbero sottrarre al mercato il 36% del volume dei lavori pubblici”.

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