giovedì, Gennaio 2, 2020

Taglio al cuneo fiscale, pronto il testo del decreto: tre fasce per gli aumenti

SERVIZIO-AL VIA IL CONFRONTO GOVERNO-SINDACATI

Si punta a dare 500 euro in più nelle buste paga nei sei mesi dell’anno, mille euro nel 2021. La novità è l’estensione degli 80 euro a chi dichiara tra 26.600 e 35mila euro

da Il Sole24ore.it del 2 gennaio 2020 di Claudio Tucci

Inizia a prendere corpo l’operazione taglia-tasse per i lavoratori dipendenti, che partirà con il nuovo anno nelle buste paga di luglio. I tecnici del ministero dell’Economia stanno impostando il decreto attuativo chiamato a dettagliare l’intervento, dopo che in manovra è stato istituito il fondo per la riduzione del cuneo, con una dote di 3 miliardi di euro nel 2020 e di 5 miliardi nel 2021 (che presto potrebbero diventare seiun miliardo in più visto che nel 2021 l’operazione partirà da gennaio, e durerà, pertanto, tutti e 12 i mesi).

Confronto in tempi stretti

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è intenzionato a fare presto: nei prossimi giorni inizierà il confronto, già programmato, con i sindacati per concordare l’intervento che riguarderà i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro annui. In questi giorni, gli esperti della Ragioneria generale dello Stato faranno i conti esatti: nel 2020 le primissime simulazioni parlano di un incremento medio degli stipendi di circa 500 euro (il bonus vale per soli sei mesi) che salgono intorno ai mille euro in più l’anno successivo.

Contribuenti no tax area per ora esclusi

Il meccanismo, che sarà puntualizzato nel decreto attuativo, dovrebbe funzionare così. Al momento restano esclusi gli oltre 4 milioni di contribuenti che rientrano nella no tax area, vale a dire coloro che hanno redditi fino a 8.000 euro l’anno; per costoro, tuttavia, sono già operative una serie di agevolazioni, compreso il reddito di cittadinanza. Occorre ricordare che per gli 80 euro la no tax area sale a poco meno di 8.200 euro. Un eventuale loro ingresso nell’operazione, ripetono fonti del governo, comporterebbe, gioco forza, una ridiscussione della misura bandiera del M5S per evitare sovrapposizioni di strumenti, e soprattutto disparità di trattamenti.

CUNEO FISCALE AL TOP IN ITALIA

Da bonus a detrazione per i sotto-fascia

Per i circa 9,4 milioni di lavoratori oggi compresi tra gli 8.200 euro e i 26.600 euro, che attualmente prendono gli 80 euro introdotti dal governo Renzi, è prevista la trasformazione del bonus in detrazione fiscale. Ma non per tutti, probabilmente.

Nella sotto-fascia tra gli 8.200 euro e i 15mila euro circa infatti la trasformazione del bonus Renzi in detrazione non sarebbe tecnicamente possibile, visto che con il gioco delle detrazioni come quelle da lavoro dipendente o per carichi familiari, l’imposizione si azzererebbe, diventando, di fatto, soggetti “incapienti”. Ossia contribuenti che non hanno capienza per poter utilizzare a pieno tutte le detrazioni.

«Dobbiamo approfondire la questione e fare bene i calcoli, spiega Marco Leonardi, consigliere economico del ministro Gualtieri. L’obiettivo è non di non penalizzare nessuno. Se lo strumento della detrazione fiscale non dovesse andare bene, potremmo mantenere, così come adesso, gli 80 euro sotto forma di bonus».

Il problema non si dovrebbe porre per i redditi tra i 15mila e i 26.600 euro per i quali, come detto, gli 80 euro si trasformano in detrazione fiscale (con le risorse in più in manovra questi lavoratori avrebbero un vantaggio economico, secondo le primissime stime, tra i 20 e i 30 euro in più al mese).

 

 

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