giovedì, Gennaio 16, 2020

TESORO-Btp a 30 anni: ordini record a oltre 47 miliardi (contro i 7 offerti). Perché c’è la corsa al titolo?

Il nuovo Btp trentennale offerto agli investitori dal Tesoro ha ricevuto ordini record per oltre 47 miliardi, che superano il precedente record di 41 miliardi dello scorso anno.

di Redazione Economia-15 gen 2020

di Marco Sabella

I buoni rendimenti del debito italiano, che superano la Grecia; la fortissima domanda globale degli investitori per i titoli di Stato; e il momento opportuno per la Repubblica italiana per collocare debito, visti i tassi bassissimi, allungando la scadenza media.

Risultato: un’asta record per il nuovo Btp trentennale del Tesoro, con una domanda pari a qualcosa come 47 miliardi di euro a fronte dei 7 messi sul mercato per la prima tranche del nuovo benchmark, scadenza settembre 2050 e tasso annuo del 2,45%, che secondo le indiscrezioni dovrebbe viaggiare a circa sei punti base di rendimento sopra il trentennale attualmente quotato.

DEBITO PUBBLICO-Btp, perché ora il mercato li considera più rischiosi dei titoli greci

Caccia ai rendimenti

Sui mercati si parla di un risultato inatteso dati i rischi di instabilità politica che alcuni vedono in Italia. Certoavverte Mauro Vittorangeli, responsabile degli investimenti di Allianz Global Investors«l’Italia continuerà a soffrire di una politica instabile» e gli occhi di tutti sono sulle elezioni in Emilia Romagna. Ma nella mente degli investitori ha prevalso la logica di un mercato globale inondato di liquidità a caccia di rendimenti. E l’idea che l’Italia ne offra di molto attraenti, anche al netto dei rischi politici. E infine la convinzione pragmatica che, almeno per il momento, il rischio di un’Italia che torna a giocare con l’Eurexit, agitato dalla Lega, resta uno scenario ancora marginale.

Il debito in calo (di 2,2 miliardi)
È così che il Tesoro ha messo a segno un’asta record, mettendosi in scia alla Spagna che martedì ha fatto lo stesso e alle offerte mai viste per il debito irlandese nel collocamento della settimana scorsa. Consentirà a Via XX settembre di allungare la durata media, diluendo i rischi futuri di rifinanziamento dati da scadenze troppo ravvicinate e frequenti. E per il ministero dell’Economia è un buon viatico in vista di nuove emissioni a lunga scadenza, approfittando della finestra d’opportunità dei tassi bassi e di mercati tranquilli: anche rispetto all’Italia, dove il debito pubblico, anziché inanellare nuovi record, a novembre segna un calo di 2,2 miliardi a 2.444,6 miliardi di euro.

 Vantaggi e svantaggi
Per gli analisti del mercato dei bond sovrani, la scelta di piazzare un titolo extra lungo in questo frangente di mercato con tassi molto bassi (al di là dello spread legato al Paese) serve a perseguire l’obiettivo di «estensione delle scadenze», allungando la durata media dei titoli di debito e sfruttare così i tassi ai minimi.
A livello operativo, gli strategist di Unicredit si aspettano che in futuro «lo spread con Btp/Bund si allarghi, per cui posizionarsi sulla parte a lunghissima scadenza della curva dei rendimenti può essere una buona tattica difensiva».

Condividi su: