L’ira dei sindacati: “Non si può morire di lavoro, ne’ la vigilia di Natale, ne’ in nessun altro giorno. La sicurezza sul lavoro deve diventare veramente una priorità per l’Italia, al di là delle parole
Tiscali news-di Ansa
Si chiamava Stefano Strada, aveva 45 anni, era sposato e aveva due figli di 9 e 11 anni, il tecnico morto folgorato a Casarza Ligure mentre riparava un guasto in una cabina elettrica.
L’uomo, che risiedeva nel vicino comune di Mezzanego stava facendo un intervento in una cabina elettrica all’interno della fabbrica Comer.
L’incidente
Era assistito da un collega in un impianto da 15mila volts ma per cause non ancora accertate la media tensione ha continuato ad erogare energia e lo ha folgorato. Il collega, disperato, ha dato l’allarme ma a nulla è servito l’intervento dei vigili del fuoco di Chiavari e del 118. Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Sestri Levante ed il magistrato di turno Cardona che sta cercando di ricostruire l’accaduto. Il corpo del tecnico è stato poi trasferito all’obitorio dell’ospedale San Martino di Genova.
La protesta dei sindacati
“Non si può morire di lavoro, ne’ la vigilia di Natale, ne’ in nessun altro giorno. La sicurezza sul lavoro deve diventare veramente una priorità per l’Italia, al di là delle parole. Siamo ancora in piena emergenza, come denunciamo ormai da troppo tempo: per una battaglia vera serve un piano straordinario con controlli serrati, prevenzione e formazione per affermare una cultura nuova che metta al centro la persona umana”.
Lo ha detto Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria commentando la morte dell’operaio folgorato stamani a Casarza Ligure in una centralina dell’alta tensione. “Niente potrà essere efficace senza un potente aumento degli organici degli uffici ispettivi e un proficuo coordinamento tra gli enti preposti al controllo – ha concluso -. Tutta la Cisl della Liguria esprime vicinanza e cordoglio alla famiglia dell’operaio e ai sui colleghi di lavoro”.
24 dicembre 2019