mercoledì, Marzo 20, 2024

Gesto della pistola contro Meloni, lo studente del Righi: «Invierò una lettera di scuse, ma con saluti antifascisti»

Lo studente del liceo Righi di Roma che ha fatto il gesto della pistola contro Meloni: «Le manderò una lettera di scuse, ma con saluti antifascisti»

di Erica Dellapasqua

Parla l’alunno minorenne del liceo Righi di Roma al centro delle polemiche dopo il gesto contro la premier fatto durante una visita a Palazzo Madama: «Ho sbagliato ma confermo il mio dissenso»

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L’Aula del Senato

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«Ho fatto una caz…, non dovevo fare quel gesto e comunque il mio intento non era violento. Però, non torno indietro sul dissenso, il mio voleva essere come un “pugno” nei confronti dei parlamentari, tutti, di estrema destra o sinistra, che dal mio punto di vista stanno sbagliando su più fronti, dalla guerra all’immigrazione». Parla velocissimo e ha il fiatone, al telefono, il ragazzo che da ore sta spopolando nei siti e in Rete per aver mimato in Senato il gesto di una pistola contro la premier Giorgia Meloni.

È pentito del gesto in sé, questo lo ripete, concitato, e non ha dubbi sul fatto che «se dovessi avere la possibilità di riaccedere al Senato in futuro sicuramente non lo rifarei». Tuttavia sui contenuti non arretra e lo ribadisce: «Io non sono un violento e riconosco che ho fatto una cosa sbagliata, ma in Aula oggi sono state dette cose assurde, non cambio idea…» Su cosa in particolare? «Più o meno tutto, dal fatto che ci si dichiari contrari alla guerra e si continui a finanziare Israele, che in Ucraina si segua la linea della Nato, e poi c’è la questione migranti, politiche assolutamente inefficaci…»

Il ragazzo, minorenne, si collocherebbe «nell’area di Autonomia Operaia, se esistesse ancora». Il gesto del pugno alzato lo sente suo, e «non certo le braccia tese in una pistola – continua nella sua autocritica -, io sono un attivista, partecipo al collettivo di scuola, condanno, ripeto, il mio gesto, ma nessuno può negare che in parlamento oggi siedano anche dei neofascisti». E i tuoi genitori? «Sì, hanno detto pure loro che ho fatto una cavolata». La scuola ha annunciato provvedimenti nei tuoi confronti. «Sono d’accordo, il mio liceo va tenuto fuori. Ora chiederò scusa ufficialmente con una lettera a Meloni e a La Russa». Scuse sì, ma si chiuderà a modo suo: «La conclusione della lettera sarà: cari saluti antifascisti».

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