martedì, Gennaio 7, 2020

Iran, il Pentagono teme un attacco con droni Tra gli obiettivi a rischio gli ufficiali Usa

Gli analisti si dividono tra quanti si attendono un colpo entro un paio di giorni e chi invece propende per un’azione più ponderata

dal Corriere.it-di Guido Olimpio

Fino a due giorni fa l’allarme era per un’azione cyber, ora si è spostato sui rischi di attacco con droni.                In attesa che la rappresaglia iraniana si materializzi continuano a trapelare indiscrezioni su possibili minacce. E l’ultima rilanciata da CNNsostiene che il Pentagono teme un attacco con velivoli senza pilota.

Le basi e le installazioni statunitensi nella regione avrebbero ricevuto indicazioni in questo senso e dunque sarebbe state adottate altre contromisure. L’intelligence avrebbe rilevato movimenti anche nelle basi missilistiche dell’Iran, ma potrebbe trattarsi di attività in doppia chiave. Offensiva e difensiva in un quadro di mobilitazione generale. Gli ayatollah vogliono rispondere all’uccisione di Soleimani, però devono guardarsi da altre mosse statunitensi. Gli Usa hanno inviato sei bombardieri B 52 nella base di Diego Garcia (Oceano Indiano) nel caso sia necessario uno strike massiccio ed hanno continuato ad inviare truppe e materiale nella regione.

L’ipotesi droni può essere legata a tre aspetti. Il primo è quello – appunto – di segnalazioni raccolte dalle fonti sul campo. Il secondo si riferisce a quanto è avvenuto in settembre, quando sono stati colpiti i siti petroliferi in Arabia Saudita: bombardamento condotto con missili e velivoli senza pilota. Atto di guerra rivendicato dai guerriglieri yemeniti Houti ma per il quale sono sospettati gli iraniani. Il terzo potrebbe riguardare l’aspetto tattico. Il generale è stato eliminato da un drone, Teheran potrebbe usare lo stesso metodo per circoscrivere il confronto. Magari prendendo di mira un alto ufficiale.

Le fonti iraniane hanno specificato che la loro ritorsione sarà di tipo militare contro target militari. E il New York Times ha aggiunto che il leader Khamenei avrebbe ordinato un’azione condotta da forze iraniane e non milizie amiche, questo per ragioni simboliche e di prestigio. Quanto ai tempi gli analisti si dividono tra quanti si attendono un colpo entro un paio di giorni e chi invece propende per un’azione più ponderata.

7 gennaio 2020 (modifica il 7 gennaio 2020 | 17:31)

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