martedì, Giugno 8, 2021

Multinazionali con doppia tassazione…..

Non solo aliquota minima globale al 15%. Le multinazionali dovranno versare anche una mini-web tax che, secondo le stime degli esperti, ammonta a meno dello 0,1% degli utili (il 20% che eccede il 10% degli extra profitti)

da del 08/06/2021

di Matteo Rizzi

EMMANUEL DUNAND/AFP/Getty Images

Non solo aliquota minima globale al 15%. Le multinazionali dovranno versare anche una mini-web tax che, secondo le stime degli esperti, ammonta a meno dello 0,1% degli utili (il 20% che eccede il 10% degli extra profitti). Il G7, la riunione dei Ministri delle Finanze dei paesi più avanzati che si è svolta a Londra sabato 5 giugno 2021, ha gettato le basi per il futuro delle imposte sulle Società con l’accordo raggiunto a Londra.

I Ministri delle Finanze di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito hanno concordato la propria versione della Riforma Ocse per il Fisco delle Multinazionali. L’accordo si presenta come una versione annacquata del piano proposto dagli Stati Uniti all’Ocse lo scorso aprile.

La riforma Ocse è divisa in due punti. In merito al primo pilastro i Ministri indicano di «raggiungere una soluzione equa sull’allocazione dei diritti di tassazione». I paesi-mercato, dove viene operato il business, ottengono nuovi «diritti di tassazione su almeno il 20% dei profitti che superano un margine del 10% per le imprese multinazionali più grandi e redditizie». Questo capitolo è stato creato in sede Ocse per tutte le aziende del digitale che operano in diversi paesi senza una presenza fisica grazie ai modelli di business digitale. Ma ora, per via degli impulsi degli Stati Uniti che temevano misure ad hoc nei confronti dei giganti dell’Internet Made in Usa, diventa un pilastro che colpisce le imprese multinazionali più grandi e redditizie, di cui faranno comunque parte diversi giganti del tech.

Da qui conseguirà l’abolizione di tutte le web tax unilaterali approvate dai diversi paesi europei nel corso degli ultimi anni. «Forniremo un coordinamento appropriato tra l’applicazione delle nuove regole fiscali internazionali e la rimozione di tutte le tasse sui servizi digitali, e altre misure simili pertinenti, su tutte le aziende», hanno scritto i Ministri dei sette paesi.

Per quanto riguarda il secondo pilastro della riforma Ocse, l’aliquota minima, i Ministri hanno concordato un 15%, come anticipato dalla Segretaria alle Finanze degli Stati Uniti Janet Yellen al fine di allargare la base comune per un accordo. «Ci impegniamo anche ad una tassa minima globale di almeno il 15% su base nazionale», hanno scritto dal G7. Tale livello di aliquota potrebbe raccogliere un gettito extra da 50 miliardi di euro per i Paesi Ue.

All’Italia gettito da 2,7 mld. Per l’Italia potrebbero essere in arrivo 2,7 miliardi in più, secondo uno Studio dell’Osservatorio Fiscale dell’Ue (si veda ItaliaOggi del 2 giugno).

L’accordo definitivo dovrebbe quindi arrivare a luglio a Venezia. Il G7 non è competente e rappresenta meno della metà dei Paesi che dovranno prendere la decisione finale. «Siamo d’accordo sull’importanza di progredire nell’accordo in parallelo su entrambi i pilastri e speriamo di raggiungere un accordo alla riunione di luglio dei Ministri delle Finanze del G20 e dei Governatori delle Banche Centrali», hanno detto i Ministri in merito alla Riforma Ocse.

Ma c’è già chi critica entrambi i punti della riforma. In particolare, l’accordo del G7 potrebbe permettere ad Amazon di non pagare la extra-tassa del primo pilastro, dicono gli esperti della Fair Tax Foundation.

Se l’accordo si applica solo al «profitto che supera un margine del 10%» la Società di ECommerce potrebbe essere esclusa. Amazon è una delle più grandi multinazionali al mondo, con un valore di mercato di 1,6 miliardi di dollari, tuttavia, il margine di profitto nel 2020 è stato solo del 6,3%. Inoltre, per quanto riguarda il secondo pilastro, Gabriel Zucman, direttore dell’Osservatorio fiscale dell’Ue, indica che l’aliquota minima al 15% è ben poco ambiziosa dato che le aliquote sulle Società dei principali Paesi Ue sono ben al di sopra di tale soglia.

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